Doppio processo all’impiegata infedele

SAN VENDEMIANO. «Una delle ultime volte che l’ho vista le ho detto: potevi almeno investirli in terreni o altro, invece che in vestiti. Lei mi ha risposto che Gucci non fa solo abiti». Così aveva riferito in tribunale uno dei fratelli di Silvia Canzian, la ragioniera di San Vendemiano ora accusata di aver sottratto 2 milioni e mezzo di euro dalla Omc di Colle Umberto per comprarsi capi d'abbigliamento griffati. La donna sei anni fa era già finita a processo, perchè querelata dai suoi familiari, per un buco creato nell'azienda Sicaf di Santa Lucia, di cui è stata amministratrice. I fratelli l'avevano denunciata per appropriazione indebita e aver falsificato i modelli F24. Secondo quanto riferito all'epoca dai parenti, avrebbe usato fondi della Sicaf per acquistare vestiti di Gucci. Una società di famiglia avviata dal padre e poi continuata dai figli, fino al fallimento nel gennaio 2007. La ditta aveva contratto un debito con il fisco per oltre 1 milione e mezzo di euro. Ad anni di distanza quel procedimento è ancora aperto e la 49enne è imputata di bancarotta fraudolenta. 500 mila euro in quel caso la sommam secondo l'accusa finita in «spese fashion»: avrebbe prelevato 70 mila euro dal conto corrente intestato alla società, 104 mila pari al debito maturato nei confronti dell’Inail per i contributi dei lavoratori del periodo 1999-2004 e 394 mila euro corrispondenti all’apparente oggetto di alcune deleghe bancarie. L'udienza è fissata per metà luglio nel tribunale di Treviso.
Negli stessi giorni la ragioniera dovrà comparire davanti al giudice della sede staccata di Conegliano per l'accusa di furto aggravato nei confronti della Omc di Colle Umberto, di cui è stata contabile da fine 2010 al 2012. In quel periodo, in base alle indagini della Guardia di Finanza, avrebbe fatto sparire 2 milioni e mezzo di euro. La procura l'ha citata a giudizio diretto. «Parlate con il mio avvocato», risponde Silvia Canzian, dalla porta di casa del suo appartamento in via Dello Sport. Quella stessa villetta a schiera era stata tra i beni immobili periziati nel fallimento della Sicaf. «Dispiace per quello che è accaduto», dice una vicina, «È una donna normale, a cui piace vestire bene». «È provata da quanto accaduto e sta male», spiega il suo avvocato Patrizia Vettorel, «Dobbiamo verificare le accuse mosse». La difesa sta valutando quale sarà la strategia da attuare nel processo penale. «Per alcuni aspetti la vicenda sembra chiara», afferma il legale,«per altri sussistono molti dubbi». I dubbi derivano dal possibile coinvolgimento e dalla responsabilità di altre persone. In due anni sarebbe svanita un'ingente somma dalle casse dell'azienda metalmeccanica collumbertese, prima che venisse a galla la vicenda. L'impiegata non ha ricevuto al momento notifica di licenziamento dalla Omc. Ma effettivamente ci si domanda come sia possibile che nessuno all’interno dell’azienda in questi anni si fosse accorto di nulla.
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