Dopo 10 anni ecco la Pala del Giorgione

Completato l’intervento di pulizia dei filtri A febbraio atteso in Duomo il rientro dei Putti del Veronese

CASTELFRANCO. Nuova luce per la Madonna del Giorgione: da qualche giorno un occhio attento ha potuto notare una diversa illuminazione del capolavoro del pittore castellano conservato nella cappella Costanzo alla destra dell’altare principale del Duomo. Si tratta dell'effetto dell'intervento di ripulitura dei filtri dell'impianto di illuminazione.

Una manutenzione che non veniva fatta da dieci anni, ovvero da quando la pala era tornata nella sua locazione originaria, dopo un importante lavoro di restauro.

A seguire questo intervento è stato don Paolo Barbisan, vicario parrocchiale del Duomo, ma soprattutto membro della commissione diocesana di arte sacra, per la quale mette a disposizione la sua competenza professionale, essendo laureato in conservazione dei beni artistici.

«L'illuminazione della Pala», spiega don Paolo, «prevede dei filtri ai raggi Uv generati dalle lampade che a lungo andare potrebbero deteriorare l'opera pittorica. Attraverso una ditta specializzata si è dunque provveduto alla loro ripulitura, operazione che dovrebbe essere fatta con regolarità».

Si spiega così la "nuova" luce con cui si può apprezzare ora questo capolavoro, meta continua di turisti nella città natale di Giorgione.

Ai visitatori spesso però sfugge un altro gioiello del Duomo, seppur a pochi metri dalla Pala.

Si tratta della quadreria della sacrestia, che lascia a bocca aperta chi, magari per caso e magari non per scopi di visita, ci mette il naso dentro. «In effetti», continua don Paolo, «è un ambiente di indubbia valenza artistica. Confermo che non sono pochi quelli che non sanno neppure che esista e che poi restano sorpresi delle opere che vi sono conservate».

Per tanti la scoperta è avvenuta in occasione della grande mostra diffusa in tutta la Regione su Paolo Veronese. Nella sacrestia del Duomo infatti sono conservati alcuni affreschi "strappati" da villa Soranza costruita dall'architetto Michele Sanmicheli che chiamò a decorarla l'équipe di pittori composta dal giovane Paolo Caliari, ovvero il Veronese, Giambattista Zelotti (che affrescò Villa Emo di Fanzolo) e Anselmo Canera.

E proprio riguardo alla sacrestia, il futuro serba una interessante novità. «Agli inizi di febbraio», annuncia don Paolo, «finalmente ritorneranno in quadreria i quattro putti attribuiti al Veronese, sottoposti dopo la mostra ad un restauro reso possibile grazie ad uno sponsor».

Un'occasione in più per scoprire la quadreria del Duomo nel suo complesso, che oltre a Veronese ospita opere di Palma il Giovane, Pietro Damini e Paolo Piazza, oltre ad una Pala di Giorgione che ora potrà essere ammirata sotto una luce diversa a quella cui ormai ci si era abituati.In Duomo in queste settimane è allestito il tradizionale presepe, anche questo meta di fedeli e visitatori della città del Giorgione. come la vicina mostra delle natività allestita nella galleria del teatro Accademico.

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