Donazzan: test antidroga all’interno delle scuole
«Contro chi spaccia vanno attivate azioni durissime perché, come da tempo ribadisco in ogni sede, la droga è una vera piaga tra i nostri giovani. Una piaga ancora più grave quando coinvolge ragazzi giovanissimi, come si legge nella cronaca giudiziaria di queste ultime ore».
Così l’assessore regionale all’Istruzione del Veneto, Elena Donazzan, commenta la notizia del processo a carico di uno spacciatore trevigiano, poco più che ventenne, che riforniva anche un undicenne, già vittima del consumo di stupefacenti. Decisiva è stata proprio la drammatica testimonianza del ragazzino nel corso del suo processo: l’undicenne, messo sotto pressione, ha confessato ai genitori di dover pagare marijuana e hashish che aveva da poco acquistato. Il ragazzino, classe 2005, vive in centro a Treviso, e all’epoca dei fatti aveva appena iniziato a frequentare una scuola media del capoluogo.
«Il consumo di droghe è una tra le emergenze sociali più devastanti, alla pari delle tragiche morti sulla strada che spesso sono provocate proprio dall’uso di sostanze stupefacenti» continua Donazzan. «Bisogna squarciare il velo d’ipocrisia che copre questo tema, o saremo indicati come complici. Occorre, nei limiti e nell’ambito delle leggi e delle norme vigenti, e coinvolgendo sempre le famiglie, gli insegnanti e i capi istituto, attivare la possibilità di promuovere una fase di test nelle scuole per far capire ai giovani (e ai loro genitori) che la società, che li ama e che sta credendo in loro, li vuole proteggere: la prevenzione e la pedagogia fatte fino a oggi, stando alle notizia che emergono dalle cronache, paiono essere servite a poco o a nulla e per questo servono nuove misure di maggior impatto e rilevanza sociale». —
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