Don Roberto lascia: deluso da questa Chiesa

Il parroco di S.Andrea e Serravalle va a Gerusalemme. Nel bollettino scrive: troppo grigiore
Don Roberto Camilotti e la chiesa di Sant’Andrea
Don Roberto Camilotti e la chiesa di Sant’Andrea
 
VITTORIO VENETO.
«Troppo grigiore: mi manca l'ossigeno». E' per questo motivo che don Roberto Camillotti, uno dei più apprezzati sacerdoti della diocesi, lascia le parrocchie di Sant'Andrea e Serravalle, rifugiandosi per un anno a Gerusalemme. Una scelta, la sua, che ha sorpreso trattandosi di uno dei parroci più impegnati a ricercare vie nuove per l'evangelizzazione.
 Don Roberto ha quindi ritenuto di dover spiegare la sua scelta nel bollettino parrocchiale, diffuso domenica scorsa; il sacerdote, fra l'altro, ha già un successore, don Ermanno Crestani. «Non mi fa paura lavorare ma sento il bisogno di essere parte di una chiesa concreta. In questi ultimi anni questa dimensione si è incrinata, come se si fosse ammalata una parte del mio essere prete. In questa Chiesa, oggi vivo come se mancasse l'ossigeno». Don Camillotti sottolinea che «è un'esperienza di malessere relazionale nei confronti dell'Istituzione che porta a un sofferto silenzio, talvolta a una criticità esasperata e per evitarla, ad un ritirarsi in disparte» e aggiunge che «sembra quasi che appiattimento e un grigiore avvolgano tutto, in cui l'unico impegno è quello di un'azione pastorale timida, di conservazione dell'esistente, talvolta paurosa e priva di ricerca». Il sacerdote non nasconde il suo pessimismo. «Ne consegue - scrive - il vivere un clima da orizzonte chiuso, in cui la speranza fatica a mantenersi sufficientemente viva, le domande e le perplessità sono in numero e in peso maggiore della luce e delle certezze necessarie per proseguire il cammino da viventi e non da rassegnati». Amara e preoccupata l'analisi di don Roberto, non si sa quanto condivisa all'interno del clero vittoriese. Il sacerdote lo sa, ma insiste, ammettendo di aver constatato in questi anni ed, evidentemente, nella chiesa locale che «il respirare di credente e di prete trova ostacoli nell'aprire mente e cuore alla volontà di pace». Ma cosa va a cercare a Gerusalemme? «Un supplemento di forze: essere cristiani e preti è una sfida nel mondo moderno».

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