Don Gabriele diventa parroco di Longarone
Il sacerdote di Loria è tornato in Italia dopo 12 anni di servizio in Terra Santa

Don Gabriele Bernardi diventa parroco di Longarone
LORIA.
Dopo quasi dodici anni di servizio in Terra Santa don Gabriele Bernardi, originario di Loria, è tornato in Italia e da due settimane è parroco della parrocchia di Longarone. Nel 1988 aveva avuto inizio il suo andirivieni tra l'Italia e il Medioriente finchè, nel 1998, decise di partire affascinato dalla carica emotiva e religiosa di Gerusalemme e dell'intera regione. Dopo una breve parentesi al Getsemani, luogo mistico situato sul Monte degli Ulivi dove Cristo di ritirò in preghiera dopo l'ultima cena, Don Gabriele ha trascorso circa dieci anni nella Basilica del Santo Sepolcro nel cuore della città vecchia di Gerusalemme. Il posto in cui Cristo fu crocefisso, unto, sepolto e risuscitato attira numerosi fedeli e turisti e l'importanza del sito è stata spesso motivo di discordie e malumori tra le rappresentanze cristiane che vi convivono: cattolici, ortodossi, etiopi, armeni e copti. Don Gabriele Bernardi ricorda quel periodo con molta serenità: «Il Santo Sepolcro diventa una realtà insostenibile se si affronta con un radicale sentimento di non accettazione. Non mi turbavano le divisioni interne, anzi erano spunti di riflessioni per raccogliere tutte le dimensioni della cristianità. In fondo quello è il luogo dove è stato crocefisso Gesù: ogni male è minore». Per lungo tempo Don Gabriele è stato l'unico italiano presente al Santo Sepolcro tanto da diventare quasi un punto di riferimento per i pellegrini che a lui chiedevano di guidarli nella preghiera, ma anche di esprimere un parere sulla situazione socio-politica del paese. «La Terra Santa - racconta Don Gabriele - è una cerniera tra l'Oriente e l'Occidente, dove convergono molte tensioni e dove non è facile prendere una posizione netta perchè entrambi i popoli coinvolti soffrono. Il conflitto israelo-arabo-palestinese io non lo taglierei in senso verticale dividendo gli ebrei israeliani dagli arabi palestinesi e schierandomi da una o dall'altra parte, ma lo analizzerei in senso orizzontale perché in alto stanno i potenti e coloro che speculano su questa lunga guerra, ma rimane chi questa guerra la subisce».
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