Quarantacinque anni di caramelle e dolcetti, per la Befana chiude Dolci Cose a Treviso

Il negozio di Rosetta Favretto in via XX Settembre abbassa definitivamente le serrande: «Riempiremo le ultime calze, poi la storia è finita. Lascio anche perché non trovo dipendenti». La processione dei clienti affezionati: «Ci mancherà tanto»

Mattia Toffoletto
Rosetta Favretto nel suo negozio di caramelle
Rosetta Favretto nel suo negozio di caramelle

Serviranno caramelle e cioccolatini per l’ultima volta, il 5 gennaio per le calze della Befana. Il binomio tradizione-bambini per suggellare un’avventura lunga 45 anni. Sta per abbassare le serrande “Dolci cose” in via XX Settembre a Treviso, tempio dei dolciumi a due passi da piazza dei Signori.

«Sono giorni di emozioni», rivela la titolare Rosetta Favretto, «i clienti sono tanto affettuosi, mi chiedono di ripensarci e tornare indietro. Porterò nel cuore tante storie e persone. Sì, ho la mente un po’ confusa. La gente chiama e mi ripete: impossibile». E invece il passo è stato compiuto, Rosetta ha deciso di godersi la pensione (a 66 anni) e dire addio al suo scrigno di delizie, con centinaia di tipologie di cioccolatini.

Chiude Dolci Cose a Treviso, la titolare: "I clienti mi chiedono di ripensarci". Il video

La storia

L’attività era stata aperta dal marito Giovanni Laner, scomparso 13 anni fa. Lì c’era prima la Torrefazione Ersetti di Udine: caffè e caramelle. Ma è stata la gestione Dolci cose, all’alba degli Anni ’80, a trasformare quell’angolo di Treviso nel paradiso dei golosi di bonbon, torroncini, confetti. La casa delle delizie.

«Subentrerà un’attività, ma non dello stesso settore: peccato, mi sarebbe piaciuto dare continuità», racconta la titolare, che abita a Pagnano d’Asolo, «e sulla scelta di chiudere hanno influito anche le difficoltà nel trovare personale: non sono riuscita a garantirmi un secondo dipendente. L’avessi trovato, magari avrei proseguito ancora un po’: tanto sono già in pensione da tre anni». Mentre Rosetta si confida, continuano a presentarsi clienti. «Chiudete? Un colpo al cuore», la frase più gettonata. Una ragazza sulla trentina aggiunge: «Qui venivo da bambina, mi dispiace tanto».

Scaffali vuoti

Qualche scaffale si sta già svuotando, ma si può ancora osservare una vasta proposta di delizie. «Ci sono dolciumi che difficilmente si trovano in giro. Merito di fornitori di nicchia: i loro prodotti di qualità li avevamo solo noi. Mi vengono in mente certi cuneesi, penso ai cioccolatini fondenti di cacao criollo. Siamo riusciti a mettere a disposizione fino a 150 varietà di cioccolatini», precisa la titolare.
Così gli occhi dei clienti si perdono fra gelatine, foglie di cioccolato, caramelle alla menta e al miele. «Chiuderemo con le calze della Befana, qui lascio una parte di me», si congeda la titolare Rosetta, visibilmente emozionata. Quell’angolo di dolcezze che ha accarezzato nonni e nipoti, genitori e figli, si avvicina al sipario. Un pezzo di storia di Treviso è arrivato ai titoli di coda.

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