Diffida dei Piccolotto «Bonifica bellica nel nostro bosco»

ALTIVOLE . Area Piccolotto, prima di procedere con i lavori per la Superstrada Pedemontana la Sis deve procedere con una bonifica bellica, ovvero sondare il terreno per verificare che non nasconda bombe o altro esplosivo risalenti alla seconda guerra mondiale. A richiederlo i proprietari che hanno presentato una diffida tramite l’avvocato padovano Giorgio Destro, che sta già lavorando ad un esposto da presentare nei prossimi giorni su alcune irregolarità per l’immissione in possesso. Tra queste il fatto che le recinzioni sono state abbattute senza che fosse pervenuto in tempo il decreto di esproprio, spedito nel pomeriggio della stessa giornata e arrivato a San Vito tre giorni dopo. La richiesta di una bonifica bellica appare più che fondata: a San Vito non si è persa memoria che proprio in quell’area hanno stazionato truppe militari che potrebbero aver lasciato qualche “ricordo” non pacifico. «In effetti», spiega Osvaldo Piccolotto, figlio del proprietario del bosco ora distrutto dalla ruspe, «mio nonno mi raccontava che nel 1946, un anno dopo la fine della guerra, era stata trovata in quell’area una bomba a mano. In ogni caso prima di procedere ai lavori, doveva essere fatta questa indagine che non è avvenuta, al contrario di altrove». Che ogni tanto spunti qualche residuato bellico potenzialmente pericoloso anche a distanza di oltre sessant’anni dall’ultimo conflitto combattuto in Italia non è una novità. Negli anni scorsi, ne fu scoperto un deposito intero a Castelfranco, interrato e poi dimenticato, su un’area su cui fu costruita una azienda, mentre nel 2014 un bomba day paralizzò la città per asportarne una trovata sepolta in via Donizetti. Visto che a San Vito permane il ricordo di una presenza militare, la probabilità che i terreni dei Piccolotto potrebbero nascondere qualche sorpresa ci sta tutta. Da qui la diffida. Intanto sta prendendo vita l’happening che sabato prossimo, nel pomeriggio, chiamerà a raccolta chi protesta contro questa immissione in possesso e la distruzione del Bosco della Speranza. A giudicare dalle reazioni arrivate quando questo sito è salito agli onori delle cronache, è un luogo amato da diverse persone che apprezzavano il sapiente lavoro fatto da Giuseppe Piccolotto in ricordo della moglie, Speranza, scomparsa qualche anno fa. Si tratta di un area verde con piante di pregio, il cui valore, per quanto riguarda gli indennizzi, sarebbe stato fissato in circa 90 mila euro.
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