Dieci anni di totale abbandono ora il villaggio Monigo spaventa

Quelle palazzine disegnate per sembrare un piccolo villaggio si chiamavano “Vivere bene a Monigo”, ora sono diventate l’incubo del quartiere, abbandonate e in condizioni di degrado. Siamo in via Berto, confine nord della città, a due passi dal campetto di calcio sul quale giocano le squadre dell’associazione sportiva Indomita 21, diventata il cuore pulsante di quella fetta di Treviso. Lo stesso campo di gioco è figlio di quella lottizzazione: costruito quasi dieci anni fa dalle stesse ditte che edificarono il villaggio, è rimasto per mesi incompleto, in attesa di collaudi e permessi fino all’intervento risolutore del Comune che impose la chiusura dei lavori visto che il campetto era l’onere pagato alla città in cambio del permesso a costruire la lottizzazione.
L’intero complesso conta otto palazzine. Non appena edificato, tra 2008 e 2010, si capì subito che qualcosa non era andato per il verso giusto. Erano gli anni della crisi piena del mattone ed una delle tre società che costituivano la cordata “Programma Monigo Srl” che lanciò il progetto del “Vivere bene a Monigo” si trovò in difficoltà. Le altre due si arenarono per mesi ma dopo non poche fatiche riuscirono a completare la loro parte di villaggio. Il resto? Al grezzo. Come era nel 2009 così è oggi, tra tubi a terra, ferro ormai arrugginito, pareti ammuffite, parapetti in legno rotti.
L’unica cosa che è stata cambiata, negli anni, è stata la recinzione. «Pare un ecomostro» commenta qualche residente. Lo scheletro di cemento grezzo e mattoni infatti non è un bel vedere, ma lo è ancor peggio quel che si cela all’interno dei quattro plessi abbandonati: pozze di acqua stagnante, sporcizia, erba alta. «Un grosso problema per tutto il rione» dicono dall’Indomita 21 che con tutti quegli edifici vive – purtroppo – a braccetto, «zanzare, cattivi odori, animali sono solo alcuni dei problemi che stanno causando questi palazzi dimenticati».
C’è chi si preoccupa per i ragazzini, chi per la salute, chi si domanda se mai qualcuno prenderà in mano la situazione e completerà l’opera. Anche per i residenti di quella parte di villaggio che fortunatamente è stata completata non è una bella convivenza: «Al di là della bruttura di questo cantiere abbandonato, c’è la speranza che non diventi un rifugio per sbandati». Di qui l’appello all’amministrazione perchè intervenga per la messa in sicurezza della zona. Ma anche il Comune ha le armi spuntate. Pur di chiedere o imporre interventi per impedire l’accesso all’area non può fare granchè. Si tratta infatti di un’area privata, e come già successo per le villette costruite e abbandonate in via Zermanese (al confine con Casier), la responsabilità è dei proprietari o di chi subentra loro in caso di fallimento. Ma per intervenire servono soldi, e pare non ci siano. —
F.D.W.
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