Depositi dimenticati, class action contro le Poste

L'avvocato Lorenzo Amore: «Non sono conti dormienti». Deciderà il giudice
 
PAESE.
Quello di Virginio Oro non è l'unico caso in Italia in cui libretti postali dimenticati da anni sembrano poter diventare un tesoro da milioni di euro. Sono principalmente tre gli avvocati che si stanno occupando della materia, cercando tra l'altro di tracciare un solco nella giurisprudenza che potrebbe dare la possibilità anche a molti altri di far fruttare depositi dimenticati. Si tratta di Lorenzo Amore, Giacinto Canzona ed Anna Orecchioni. Contro Poste e istituti di credito è già stata avviata una class action per potere riscattare libretti vecchi di 50 anni. Il presupposto degli avvocati, come ha spiegato Lorenzo Amore in un procedimento del tutto simile, è che i libretti come quello di Virginio Oro non possono essere considerati dormienti, perché il diretto interessato ne è entrato in possesso realmente solo da poco tempo. Cancellando di fatto i tempi della prescrizione. Nel caso di Castagnole, secondo l'avvocato trentino Lorenzo Amore, la cifra che spetterebbe al carabiniere in pensione è appunto di 8 milioni di euro. In quanto le 49 mila lire oggi equivalgono a 3 mila euro, ma ad esse vanno sommati gli interessi maturati in 60 anni e la rivalutazione monetaria. Ma è su questo punto che si apre la disputa giudiziaria. Banche e Poste, infatti, non riconoscono rivalutazioni di denaro su depositi e investimenti. Quelle 49 mila lire resterebbero tali, ricalcolate in euro e maggiorate soltanto degli interessi. L'avvocato Lorenzo Amore, per un caso del tutto simile, ha sostenuto però che «nonostante sia passato così tanto tempo, il libretto non può considerarsi dormiente poiché coloro che oggi possono beneficiare del denaro, ne sono entrati nella disponibilità soltanto da pochi mesi». Sarà il tribunale di Trento ad esprimersi sulla legittimità della richiesta. A Napoli la stessa sorte è condivisa da Aldo Del Giudice, classe 1954. Nel 1947, poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, suo nonno, decise di depositare i suoi risparmi su un libretto di deposito nominativo emesso dal Banco di Napoli. Lo scorso anno il nipote ha ritrovato il libretto con 3mila lire. Ha chiesto 1 milione e 250 mila euro. (fed.cip.)

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