Denuncia Veneto Banca per 30 milioni
Guerra legale della Saspa: «Considerati a rischio, ci hanno danneggiati» L'avvocato Malvestio: «Causa senza fondamento, i Lazzari sono debitori»

Un’assemblea nella sede di Veneto Banca
MONTEBELLUNA.
E' guerra legale tra la famiglia Lazzari, titolare della Saspa srl di Verbania, e Veneto Banca. La ditta, attiva negli appalti pubblici e gestione dei rifiuti, incolpa la banca diretta da Vincenzo Consoli di non aver provveduto alla cancellazione del suo nominativo dalla centrale rischi, archivio che contiene i nomi di tutte le aziende alle quali non viene più concesso credito. «Una mancanza che ci ha causato gravi danni - afferma Lorenzo Lazzari, contitolare della società piemontese - avevamo infatti concordato a suo tempo con la Banca Popolare di Intra, poi passata sotto Veneto Banca, un'operazione che ci permetteva di riportare in equilibrio la nostra situazione venendo finalmente esclusi dalla centrale rischi. Fatto non avvenuto con esclusione dal circuito bancario e perdita di occasioni di lavoro». Una vicenda che fin dalle premesse si delineava lunga, infarcita di corsi e ricorsi che alla fine dei conti ha portato alla richiesta da parte della Saspa del sequestro conservativo dei beni immobili della banca di Montebelluna per 30 milioni di euro, sul quale si attende un giudizio dei giudici. «Risarcimento a dir poco improbabile, la gestione di Veneto Banca nei confronti di Lazzari è stata corretta - afferma Massimo Malvestio, avvocato incaricato da Veneto Banca di opporsi alle richieste - le numerose azioni proposte sono prive di fondamento. I signori Lazzari non sono nuovi ad iniziative del genere e tutte le precedenti pretestuose richieste risarcitorie che hanno formulato nei confronti di Veneto Banca, sempre per importi milionari, sono state respinte dal Tribunale di Verbania e dalla Corte d'Appello di Torino, come dimostrano provvedimenti accessibili a tutti». La lista dei presunti danni e illeciti raccolti nelle memoria presentate al tribunale di Verbania dalla Saspa è molto lunga ma tutta da cestinare secondo gli avvocati della banca trevigiana, pronti peraltro ad una nuova azione legale in attesa di concludere al più presto la vicenda. «Ci risulta che i signori Lazzari sono debitori della banca per oltre tre milioni di euro, posizione ereditata dalla Banca Popolare di Intra e garantita da ipoteca a cui non è seguito il rimborso. Abbiamo quindi avuto ulteriore mandato di agire in via esecutiva per il recupero di questo credito». Una battaglia che si annuncia fin d'ora lunga e complicata.
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