Delitto passionale: due arrestati con l'accusa di omicidio del marito di lei

POSSAGNO. Un cadavere, semi-carbonizzato, trovato sotto un cumulo di pietre in mezzo ad un bosco, dietro al tempio di Possagno: è il frutto tossico di un delitto passionale. Sulla testa un’evidente ferita e sul petto e sull’addome i segni di un accoltellamento. Il corpo appartiene ad un uomo, tra i 30 ed i 40 anni, di statura media, alto circa 1 metro e 70 centimetri. È sull’identità di quell’uomo e sui suoi assassini che i carabinieri del reparto operativo di Treviso hanno lavorato per tutta la giornata di ieri e la nottata, arrivando all'arresto di due persone, un uomo e una donna, entrambi del Bassanese. I due, secondo alcune prove, sono amanti. L'uomo ucciso, residente a Romano d'Ezzelino, è il marito di lei.
I carabinieri hanno sentito i testimoni principali della vicenda. I due boscaioli che hanno trovato il corpo ed un meccanico che ha riparato un’auto, una Golf, che domenica mattina aveva rotto una cannetta dell’olio proprio ad un metro di distanza dal punto dove è stato trovato il cadavere. I carabinieri stanno cercando i proprietari della macchina, un uomo italiano ed una donna, probabilmente straniera, sui trent’anni, apparsi nervosi e con la fretta di ripartire, tanto da offrire al meccanico il doppio del dovuto pur di riparare l’auto e andarsene.Il meccanico, testimone chiave della vicenda, ha riconosciuto l’uomo da una foto segnaletica che i militari gli hanno sottoposto in serata. I carabinieri hanno cercato la coppia per tutta la notte.
Mancano pochi minuti alle 14 di ieri quando due fratelli boscaioli di Possagno, Gabriele ed Elido Fornasier, partiti per fare legna nel bosco, vedono un grosso sciame di mosche attorno ad un vistoso cumulo di pietre, su una mulattiera del sentiero 189 in valle della Gheda, quello che porta a Cima Grappa. È un sentiero stretto ed impervio, a meno di un paio di chilometri a nord del tempio del Canova, dove a mala pena vi passa una macchina di media cilindrata. I fratelli Fornasier capiscono subito che c’è qualcosa che non va anche perché dal cumulo di pietre s’intravedono delle ossa che non sanno se siano umane o di qualche animale. Chiamano il 118 e sul posto arrivano i sanitari e il direttore del Suem di Crespano Aurelio Tommasi. Il medico capisce subito che sotto quel cumulo di grossi sassi c’è un cadavere. Per questo motivo vengono immediatamente avvertiti i carabinieri.
I sassi vengono spostati ad uno ad uno, davanti allo sguardo dei militari del reparto scientifico. Il corpo, che inizialmente, per la statura, sembrava quello di una donna, in realtà è di un uomo tra i 30 e i 40 anni, alto circa un metro e settanta. Ha il cranio fracassato e sul petto e all’addome presenta dei vistosi segni di arma da taglio. Almeno sette o otto. Poco più in là viene trovato anche un coltello. Il sospetto dei carabinieri è che l’uomo sia stato ucciso altrove, ma i suoi assassini lo abbiano portato lì già morto. Dopo aver cosparso il corpo di benzina, lo hanno dato alle fiamme. Nei pressi del luogo del ritrovamento del cadavere, è stato trovato anche un contenitore che sarebbe stato usato per contenere la benzina. Il cadavere, in stato di decomposizione, viene rimosso. Si cerca subito di risalire alla sua identità. Si valutano le denunce di scomparsa presentate negli ultimi giorni.
Vengono sentiti alcuni testimoni. I carabinieri vengono a sapere che un meccanico di Possagno, Giorgio Rigo, domenica, all’ora di pranzo, ha prestato soccorso ad una coppia, un italiano ed una straniera sui trent’anni, proprio nel sentiero numero 159, ad un metrodi distanza dal punto dove è stato ritrovato il cavadere. La coppia, in mattinata, ha percorso la stradina stretta del sentiero a bordo della propria auto, rompendo una cannetta dell’olio. Rigo accorre sul posto perché la coppia gli chiede il favore di riparare la macchina subito. «Abbiamo fretta, dobbiamo tornare a casa», dicono al meccanico. «Se ce la ripari subito, ti paghiamo il doppio». Il meccanico va sul sentiero, porta fuori l’auto e la ripara, esaudendo la richiesta dei clienti. Il tutto avviene durante una gara podistica, con i concorrenti che passano tra l’auto in panne e il cumulo di sassi dove è sepolto il cadavere. Secondo quanto s’è appreso, gli investigatori sono convinti che il cadavere sia stato portato nel bosco nella giornata di sabato. Si valuta la lista delle denunce di scomparsa, presentate la settimana scorsa. Tra queste all’appello manca anche un uomo della zona di Montebelluna, scomparso nei giorni scorsi. I carabinieri stanno investigando a 360 gradi. Ma la pista della misteriosa coppia della Golf in panne sembra quella decisiva: entrambi sono stati arrestati nella notte
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