De Poli forever, ma a stipendio ridotto

Ferruccio Bresolin, in qualità di consigliere anziano, ha proposto la candidatura di Dino De Poli. E’ scattata l’acclamazione - un’autentica standing ovation – per l’83enne avvocato in carica dal 1987: sarà ancora lui il presidente di Fondazione Cassamarca. Formalmente da qui a dicembre 2018, quando scade il suo mandato (e lui avrà 89 anni). Di fatto, c’è l’accordo per la staffetta con Gian Paolo Gobbo, nel 2014, e non a caso il primo atto di De Poli è stata la proposta di Ulderico Bernardi come vicepresidente. Il sociologo è stato designato da Gobbo, è evidente che potrà farsi da parte in qualsiasi momento. Ad aprile 2013, in teoria, Gobbo potrebbe già entrare in consiglio di indirizzo.
La seduta che ha sancito il (non) nuovo corso di Ca’ Spineda è stata peraltro ricchissima di spunti. Il primo atto deciso dal consiglio è stata la riduzione dell’emolumento di Dino De Poli: non avrà più i 130 mila euro annui di gettoni di presenza (500 € al giorno) che percepiva da anni. Altri 50 mila euro sono stati decurtati dalla sua indennità. Risultato, ora il presidente percepirà circa 350 mila euro l’anno. Confermati invece i 12 mila euro annui ai consiglieri di indirizzo e amministrazione.
Luca Antonini, rappresentante dell’università di Padova, ha fatto seguire un lungo e articolato intervento in cui si è soffermato sulla situazione debitoria di Fondazione, auspicando una razionalizzazione delle spese per onorare i debiti, non solo con l’università di Venezia, ma anche con quella di Padova. Ha anche difeso con convinzione la posizione adottata da De Poli e dal consiglio uscente di fronte all’attacco del rettore di Ca’ Foscari, Carlo Carraro. Il consiglio ha deciso di versare subito 500 mila euro di acconto a Ca’ Foscari (su un arretrato di 2,7 milioni la cui scadenza è già maturata o matura il 31 dicembre 2012). Il debito da coprire con il Bo entro fine anno, invece, ammonta a circa 2 milioni. In Fondazione danno per scontato l’arrivo dei decreti ingiuntivi. E si confida nell’arrivo della seconda tranche di Cattolica per l’acquisto della tenuta di Ca’ Tron (78 milioni la somma definitiva) per far respirare le casse, vuote o quasi, di Ca’ Spineda. E qui è stata accolta positivamente la notizia di una trattativa ben avvita per la cessione dell’ex tribunale di piazza Duomo, uno degli immobili più pregiati in possesso di Fondazione dopo il grande risiko immobiliare cittadino. Il che porterebbe a Ca’ Spineda una somma non inferiore ai 14-15 milioni di lire
E a proposito di Ca’ Tron, aleggia su Ca’ Spineda, da qualche giorno, una parcella dello studio legale Garofalo, che ha assistito Fondazione nella vendita della tenuta: 250 mila euro, che equivale allo 0,3% dell’operazione. Ma qualcuno, in consiglio, non avrebbe affatto gradito.
Infine, la nomina del cda: come ampiamente preventivato, Paolo Corletto, avvocato di Castelfranco, socio di Massimo Malvestio, nonchè consigliere di indirizzo uscente, rileva Rinaldo Feltracco, non più riconfermabile. Corletto conosce perfettamente la macchina di Fondazione.Con lui ci sarà l’uscente Enzo Lorenzon. Nulla è stato detto invece sul potenziale conflitto di interessi dei nuovi consiglieri, Piero Semenzato e Gianfranco Gagliardi, che restano gli amministratori di due controllate di Fondazione quali Appiani 1 e Umanesimo Latino (quest’ultima assomma l’attività della teatri e della Università). Si vedrà nelle votazioni più significative, a cominciare dal bilancio. A breve nuova seduta, dedicata alle questioni più scottanti sul tappeto. Al primo punto i contenziosi e la vendita degli immobili del centro storico.
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