De Maio: nessun accordo con Veneto Banca

«Non ho firmato alcun contratto con Veneto Banca. Chi dice il contrario dice il falso». Il colonnello Giuseppe De Maio, ex comandante provinciale della guardia di finanza, tramite il suo legale di fiducia smentisce la presenza di un contratto di lavoro già firmato con Veneto Banca, circostanza che ha portato alla presentazione di un’interrogazione del vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri.
Catia Salvalaggio, avvocato di De Maio, è categorica: «Non c’è alcun contratto firmato, avevamo anche diffidato la trasmissione Report dal riferire questa circostanza infondata. La proposta di contratto c’era, è vero, ma si trattava di un’iniziativa della banca e non c’era stato alcun accordo né tantomeno firma da parte del colonnello De Maio».
L’interrogazione di Gasparri, rivolta al ministero dell’Economia e delle finanze, ha toni duri: «In un periodo di perdurante congiuntura economica negativa, durante il quale molteplici banche popolari sono in sofferenza finanziaria, non è concepibile che taluni amministratori delegati delle medesime stringano rapporti con alti funzionari dello Stato e propongano loro contratti di lavoro in cambio di agevolazioni». Gasparri chiede addirittura al ministro Pier Carlo Padoan «una verifica complessiva tutto il corpo della guardia di finanza per valutare i rapporti successivi all'attività di servizio di esponenti di ogni ordine, livello e grado».
È tornata così d’attualità una vicenda esplosa un anno fa, quando dalle perquisizioni nella sede montebellunese di Veneto Banca - che portarono Vincenzo Consoli e Flavio Trinca all’iscrizione sul registro degli indagati per l’ipotesi di reato di ostacolo alla vigilanza - saltò fuori questo contratto che sarebbe stato proposto dall’ex Popolare di Asolo e Montebelluna all’allora comandante provinciale delle fiamme gialle. La vicenda del contratto per De Maio è tornata alla ribalta nazionale in questi giorni grazie ai servizi di Report e del Fatto Quotidiano - con tanto di cifre di quella proposta di contratto, 160 mila euro l’anno più benefit - circostanza che ha spinto Gasparri a chiedere chiarezza: «Il foglio con riportato il suo nome (di De Maio, ndr) era stato rinvenuto dagli uomini del nucleo tributario della guardia di finanza di Roma in un cassetto della sede centrale dell’istituto di credito a Montebelluna - scrive Gasparri - a giudizio dell’interrogante, quanto espresso è grave e pericoloso».
Fabio Poloni
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