Dallo scisma ai guai giudiziari di Vettorazzo

Nella causa di beatificazione di Papa Luciani c’è un capitolo che ha creato un problema: il cosiddetto scisma di Montaner, dal quale sono scaturite la comunità ortodossa e la chiesa che è andata a...

Nella causa di beatificazione di Papa Luciani c’è un capitolo che ha creato un problema: il cosiddetto scisma di Montaner, dal quale sono scaturite la comunità ortodossa e la chiesa che è andata a fuoco ieri. Il 13 giugno 1966 moriva mons. Giuseppe Faè, soprannominato “don Galera” per la sua attiva e pacifica partecipazione alla Resistenza. A Montaner si aspettavano che l’allora vescovo mons. Albino Luciani nominasse parroco il cappellano don Antonio Botteon. Così non accadde. La comunità si divise in “topi” e “gatti”, i primi a sostegno di Luciani, i secondi contro. I “gatti”, alla vigilia dell’arrivo del nuovo parroco, murarono le porte e le finestre della chiesa ed impedirono al sacerdote, don Giovanni Gava, di scaricare i suoi effetti personali. All’arrivo del secondo parroco, incaricato dal vescovo, il 12 settembre 1967, don Pietro Varnier fu rinchiuso in soffitta. Si precipitò a Montaner Luciani, scortato dai carabinieri, per portar via le ostie consacrate dal tabernacolo. Nacque a quel punto la comunità ortodossa.

La sera del 26 dicembre 1967 venne celebrata la prima messa secondo il rito bizantino.Il parroco mar Claudio Vettorazzo (in foto) si stabilì definitivamente nel giugno 1969. Non mancarono da subito le difficoltà, dovute anche alla condotta di Vettorazzo, sottoposto ripetutamente a giudizio per truffa ed altri reati, tanto da essere cacciato dal successore padre Fanurio Vivan con l’accusa di essersi intestato tutti i beni della comunità. Ma nel 1994 fu arrestato anche Vivan, addirittura per possesso e traffico di stupefacenti, e per festini omosessuali.

La comunità, dopo aver sperimentato diversi riti, è approdata nel 1998 a quello bizantino. Dal 2000 è parte integrante di un monastero femminile ed è posta sotto la giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli. La recuperata tranquillità l’ha agevolata nel rapporto con le diocesi limitrofe, tanto che ha ricevuto una reliquia dei martiri venerati nel santuario di Santi Vittore e Corona a Feltre.

Francesco Dal Mas

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