Dallo scafo alla pizza per tutto il paese: a Montebelluna la storia di Nico

Albanese, è diventato sponsor di calcio e sagra di S.Gaetano «L’Italia mi ha aiutato, io cerco di ricambiare come posso»

MONTEBELLUNA. Nel settembre del 1994 ha attraversato l’Adriatico su un motoscafo da otto posti: ma sopra erano in quaranta. Allo scafista aveva dato un milione di lire, la paga di un anno da operaio, per arrivare in Italia. Aveva diciott’anni. Sbarcato a Brindisi dopo la traversata notturna, bagnato e affamato, si era affacciato al bancone di una pizzeria da asporto: «Pizza...» chiese sgranando gli occhi.

E pizza fu: non solo il primo boccone italiano ma destino della sua seconda vita. Oggi Nico Korcari ha 42 anni, moglie e due figlie, un’avviata pizzeria da asporto dove passa tutta Montebelluna. Lui ha chiamato il suo negozio «S.G.», acronimo di San Gaetano, dove è quasi più conosciuto del parroco. Fa da sponsor alla sagra, al calcio amatori, aiuta silenziosamente chi ne ha bisogno, va nelle scuole a insegnare ai bambini a fare la pizza. «L’Italia mi ha accolto come un figlio, San Gaetano è diventata il mio paese – spiega Nico – : in fondo è un modo per restituire ciò che l’Italia mi ha dato, l’ opportunità che ho avuto». La pizzeria da asporto compie in queste settimane dieci anni e Nico ha inventato una pizza per i quarant’anni del nostro giornale, una pizza quasi a chilometro zero: mozzarella, radicchio di Treviso (in stagione), Casatella Dop e porchetta trevigiana. «Dal primo giorno nel mio locale c’è sempre questo giornale». Inevitabile allora saperne di più.

Nato a Skrapar, Albania, dopo alcune stagioni da raccoglitore agricolo in Grecia, decide di attraversare l’Adriatico. Approda a Brindisi, un sacchetto con i documenti e un cambio di vestiti e nient’altro, si stabilisce prima in Sicilia e poi in Calabria, dove lavora da fruttivendolo. Sistema i documenti, utilizza una delle sanatorie per diventare italiano, finisce a Montebelluna grazie a un cugino, lavora di giorno come operaio in un suolificio e la sera prima come parcheggiatore, poi come lavapiatti e infine come pizzaiolo in diversi locali. Tra Mokambo, Ostricaro e 2G impara i segreti della pizza. Diventa tecnico alla Novation dove sviluppa prototipi in fibra di carbonio e lui coordina una squadra.

Ma il tarlo di mettersi in proprio non lo lascia mai: e la pizza è un suo pallino, e non ha più segreti. Studia, si specializza, segue corsi e osserva: «Nella vita, mai accontentarsi. Se oggi faccio bene, domani voglio fare meglio. Prima della bocca mangia l’occhio quindi le pizze devono conquistare lo sguardo prima ancora che la gola». Adesso, per esempio, ha deciso di investire nelle pizze surgelate, autentica alternativa al prodotto da supermercato. «Le mie sono fresche, a scadenza ravvicinata, ma soprattutto fatte con ingredienti sani. Costano un euro in meno di quelle da asporto e, vi assicuro, tra poco conquisteranno il mercato».

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