Dall’archivio della scuola Stefanini di Treviso spuntano 60 anni di temi

Treviso. Il preside della Stefanini ritrova il giudizio del suo maestro: «Male l’ortografia» E c’è chi, per nostalgia, chiede di ritrovare la sua prova d’Italiano di decenni fa

TREVISO. “Io speriamo che me la cavo”: sessant’anni di registri dei professori e di temi di licenza media passati dalle cattedre agli scatoloni: voti belli e brutti da sfogliare, pile di faldoni di fogli protocollo impolverati con i temi e i compiti d’esame di terza media archiviati dal 1957 ad oggi. E con loro tutte le grandi speranze raccontate in punta di penna e d’inchiostro da almeno tre generazioni, decine di migliaia alunni trevigiani.

Le scuole medie della città riaprono il loro archivio ufficiale per il loro primo trasloco dopo sei decenni di vita. E si raccontano.

A dischiudere lo scrigno del tesoro di carta è la scuola media Stefanini, che fin dai primi anni Sessanta (la sede è stata costruita nel 1960) ha fatto posto nel suo sottotetto – grande tanto quanto l’intero perimetro dell’edificio scolastico – all’archivio completo dei registri di tutti gli insegnanti e dei compiti d’esame, di tutte le scuole medie della città. Oltre ai compiti e ai registri delle scuole elementari che oggi fanno parte dell’istituto comprensivo Stefanini: Prati, Masaccio e Volta.

Una squadra di operai del Comune è stata impiegata nel corso della settimana per il trasloco di quasi 200 pacchi di registri. E faldoni su faldoni di compiti d’esame sigillati e inscatolati. L’archivio troverà ora posto all’ex scuola Volta di Fiera. Anni di scuola e di speranze impacchettati in viaggio verso la nuova destinazione.

E a chi ha avuto la fortuna di sfogliare vecchi registri e temi ingialliti, il passato dei giorni di scuola si è ripresentato davanti di colpo, strizzando l’occhio. Un libro “Cuore” tutto trevigiano da ritrovare pagina dopo pagina: «Qui è scritta la storia scolastica di decine di migliaia di ragazzi di Treviso», spiega il preside dell’istituto comprensivo Stefanini, Antonio Chiarparin.

A lui il privilegio di scovare, proprio lassù nel sottotetto della scuola che oggi dirige, il registro del suo vecchio maestro di scuola elementare degli anni Sessanta: «Un bravo alunno, ma deve rafforzare di più l’ortografia», scriveva del suo giovanissimo studente Chiarparin, l’allora maestro della scuola elementare Prati. Con la pagella del preside di oggi riaffiora il nome del suo insegnante di allora, il maestro Giovanni Zen, che alle Prati ha insegnato a leggere e a scrivere a una lunga fila di piccoli alunni trevigiani.

Dai faldoni affiora pure il compito di Italiano dell’esame di terza media del preside: «Un tema sulla libertà», ricorda Chiarparin.

E con il trasloco in corso spuntano dal passato insieme ai nomi dei maestri e ai registri delle classi pure i nomi degli alunni di ieri. Alcuni diventati personaggi trevigiani di spicco ai nostri giorni.

Uno di loro – il preside non rende pubblico il nome per ragioni di discrezione – ha scritto di recente una lettera alla sua vecchia scuola, pregandola di cercare per lui il suo compito di Italiano dell’esame di terza media: «Questo soltanto perché ci tiene a ringraziare la sua insegnante di Lettere che, quand’era ragazzo, aveva creduto in lui», racconta il preside della Stefanini.

Il libro “Cuore” – scatolone dopo scatolone – sta trovando ora posto tra le vecchie aule dell’ex elementare Volta a Fiera. Tutto viene conservato rigorosamente, perché costituisce prova dell’avvenuto esame di Stato e del suo esito positivo. Una quantità di carta notevole, che il sistema scolastico custodisce gelosamente ma che, di fatto, non è facilmente consultabile.

Gli anni passano e i bimbi crescono. E la scuola trevigiana da allora quanto è cambiata? «La scuola è sempre la scuola», confida il preside, «Ma è cambiato il valore che alla scuola si dà».


 

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