Dalla Marca alla Germania lungo l’antica via romana

A piedi o in bici, ogni anno 50 mila persone la percorrono fino ad Altino
La prima regola per assaporare un'antica strada romana è dimenticare a casa l'orologio. Solo così si potrà vivere appieno la magia della via Claudia Augusta. Duemila anni di storia che si snodano attraverso tre nazioni: dall'Italia alla Germania, passando per l'Austria. Il primo corridoio tra le Alpi – embrione primordiale di quella che sarà la futura idea di Europa – nato per collegare i porti dell'Adriatico alle pianure solcate dal Danubio a Nord. Lunga 350 miglia romane (circa 518 chilometri) la via Claudia Augusta cambia colore a seconda delle stagioni. Un dislivello graduale di 3 mila metri, da vivere in bicicletta pedalando per 12 giorni, oppure a piedi, ma anche a cavallo come i nostri predecessori. Il tutto scandito da reperti e testimonianze dell'Impero Romano.


La provincia di Treviso è uno dei primi capitoli di questa avventura che solca la valle del Piave prima di giungere a Feltre, spingersi fino a Trento e valicare il confine. Punto di partenza è
Altinum
nel Veneziano, l'odierna Altino, che fu un importante porto marittimo prima della costruzione di Venezia. A due passi dalla laguna i moderni pellegrini possono incontrare tracce di mosaici e un museo archeologico nazionale, prima di proseguire il cammino verso la Marca trevigiana. Il tracciato originario è avvolto da un alone di mistero, ne esistono infatti molteplici varianti. L'ipotesi più accreditata prevede il passaggio a
Roncade
, puntando verso Treviso. Si giunge nel capoluogo dalla località di
Sant'Antonino
entrando poi in città dove un tempo sorgeva
porta Altinia
. È consigliato visitare il centro storico, assaporare radicchio e tiramisù, prima di uscire da porta
Santi Quaranta
in direzione Feltre. Zaino in spalla verso le colline del Prosecco, toccando
Varago di Maserada
, i ponti romani a
Colfosco
, quindi
Pieve di Soligo
. Si giunge a
Follina
per un'immancabile visita all'abbazia, poi tappa a Castelbrando a
Cison
di Valmarino, un antico maniero con terme romane e una mostra permanente sulla via Claudia Augusta, che rappresenta il cuore della riscoperta italiana della strada.


Un progetto che ha preso forma vent'anni fa. «Ho messo energie e denaro per fare quello che tedeschi e austriaci avevano saputo fare prima di noi: portare oltre un milione di turisti lungo il percorso storico e archeologico della Claudia Augusta. Abbiamo un tesoro in casa, una strada culturale che ha collegato il centro dell'Europa con il Mediterraneo, si tratta di un patrimonio che deve essere valorizzato sempre più» sottolinea Massimo Colomban, imprenditore e presidente emerito dell'Associazione Via Claudia Augusta. Rispolverato il tragitto sono state sviluppate mappe e segnaletica, coinvolti ristoratori e strutture ricettive, ed è stato lanciato un sito dove reperire le informazioni sull'offerta culturale delle varie località. Un lavoro che dà buoni frutti.


«L'itinerario è tra i più affermati d'Europa. Recentemente, alla Borsa del Turismo di Berlino, la Claudia Augusta è risultata al secondo posto nella classifica di gradimento dei bikers tedeschi. Richiama turisti di tutte le età, famiglie con bambini, appassionati, ma anche anziani, grazie alle bici con pedalata assistita, che permettono di alleggerire lo sforzo fisico», conferma Giorgio D'Agostini, referente dell'Associazione. Successo che si traduce in 100 mila presenze l'anno stimate nella Piana Rotaliana in Trentino, 40 mila visitatori in bici e altri 10 mila a piedi che scelgono la strada fino ad Altino, oppure la variante che giunge a Verona.


Non si contano le nazionalità dei viaggiatori, tedeschi, belgi e olandesi sono tra i più numerosi, ma si avvistano anche spagnoli, canadesi, americani, cinesi, australiani. Nuovi turisti i brasiliani che volano da San Paolo fino a Monaco e lì inforcano una bicicletta e affrontano la Claudia Augusta per raggiungere Venezia, e da lì rientrano a casa. «Stiamo lavorando in sinergia con Austria e Germania per far diventare la via Claudia Augusta un Patrimonio dell'Umanità Unesco, sarebbe il coronamento di un sogno» aggiunge D'Agostini.


Una volta lasciata alle spalle la provincia di Treviso si procede verso il Bellunese, toccando
Feltre
quindi la
Valsugana
fino a
Trento
. Si prosegue per
Bolzano
, poi
Merano
, quindi i meleti della
Val Venosta
. Appena superato il lago di
Resia
con il campanile “in acqua” ci si immerge nella regione del Tiroler Oberland, attraversando le Alpi lungo il Fernpass costellato da sette laghi color smeraldo. Dal
Tirolo
alla
Baviera
, fino a Schwangau dove rilassarsi alle terme come dei veri romani.


Lungo il fiume Lech pascoli e boschi, fino al capolinea: Donauwörth poco dopo
Augsburg
(Augusta).


Un'attraversata densa di emozioni, tra resti di acquedotti, cippi e iscrizioni. Tracce di una storia antichissima sopravvissuta alla modernità.


(2. continua)


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