Dalla Liventina alla Champions Alessio para il sogno più grande

Furlanetto, diciottenne di Motta, è portiere della Lazio Primavera Ieri sera la prima convocazione con i “grandi” nella coppa più bella 

Il campioncino

La musichetta della Champions. C’è qualcosa capace di far venire la pelle d’oca più di quella musichetta, a un appassionato di calcio? Figuriamoci poi se sei un giovane calciatore e la senti lì, sul campo. Per Alessio Furlanetto, giovanissimo portiere (18 anni) della Primavera della Lazio, nato e cresciuto a Motta di Livenza prima del salto nel grande calcio, quello di ieri è un giorno già scolpito nei ricordi. Complice l’emergenza Covid che ha messo fuori causa diversi giocatori della Lazio, infatti, compreso il portiere titolare Thomas Strakosha, Alessio è stato convocato in prima squadra da mister Simone Inzaghi per la trasferta belga di Bruges. Un esordio (seppur in panchina) nella coppa più bella.

«È emozionato, felicissimo. Era il suo sogno fin da bambino». E come potrebbe essere diversamente. Nelle parole della mamma di Alessio, Antonietta Paolin, c’è tutto il frullato di sentimenti che sta un po’ scombussolando suo figlio e tutta la famiglia Furlanetto. Un po’, ma non troppo: chi ha visto crescere Alessio come bambino prima ancora che come campione, in campo da predestinato sempre con quelli di un anno o due più di lui, sa che una delle sue doti principali, fondamentale per arrivare ai massimi livelli, è la capacità di godersi le emozioni senza farsene travolgere.

Alessio ha iniziato a giocare a basket da piccolissimo, quattro anni appena, racconta la mamma. Era molto bravo, ma la forza magnetica del pallone da calcio aveva già indirizzato il corso del destino. Inizia a sette anni come attaccante, perché tutti i bambini vogliono fare gol. Ma le sue doti acrobatiche emergono subito agli occhi dei primi allenatori. «Ha sempre avuto l’indole del tuffo, anche scenografico», sorride mamma Antonietta. «Con noi ha vinto il titolo nazionale Giovanissimi nel 2016, e alcune grandi squadre hanno iniziato a notarlo», racconta uno dei suoi primi allenatori alla Liventina, Marco Mariotti, «per arrivare dov’è adesso devi avere tante cose oltre al talento, a partire dalla serietà e dall’intelligenza. E lui è al top. Fin troppo timido, all’inizio, tutt’altro che il prototipo del portiere un po’ pazzoide. Poi si è fatto».

La Lazio lo convoca per un provino quando ha solo 14 anni: Alessio piace, lo prendono subito. Salto non facile, da Motta a Roma. «Neanche per noi – racconta mamma – perché era piccolo e Roma lontana, ma lui ha la testa sulle spalle e ha reso tutto più facile». Ora è portiere titolare nella Lazio Primavera, ma già dallo scorso anno si allena spesso con la prima squadra. Nel frattempo, sta frequentando l’ultimo anno di liceo scientifico con una media superiore all’otto in pagella. E ieri la prima convocazione nell’Europa dei sogni, sperando che sia solo un altro passo verso una carriera meravigliosa, già tinta anche dell’azzurro della nazionale italiana nelle giovanili. —



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