Dal volley ai terremoti, il geologo Di Toro sale in cattedra

Da pluridecorato campione di pallavolo a cervello che rientra in patria come geolologo di fama mondiale. Giulio Di Toro, catanese di nascita e coneglianese d’adozione, torna infatti come professore di prima fascia nell’Ateneo di Padova dove si era laureato nel 1999 e dove era, fino ad oggi, professore in congedo. Lo fa dopo aver maturato una lunga serie di esperienze internazionali ed essere diventato un geologo di chiara fama tanto da essersi aggiudicato (fra i vari riconoscimenti) due “Erc Consolidator Grant” dal valore di quasi quattro milioni di euro. Ma Giulio Di Toro nella Marca è famoso anche per la sua precedente vita da atleta professionista: è abituato a girare il mondo anche per un altro motivo: è stato un giocatore professionista di volley, dal 1987 al 1991 uno dei punti di forza della Sisley Treviso, vincitore di due coppe europee e per 25 volte «azzurro» della nazionale guidata da Julio Velasco. Quella che negli anni Novanta ha fatto sognare i tifosi italiani.

A mettere a segno il punto, per rimanere in metafora pallavolistica, è ancora una volta l’Università di Padova quando, lo scorso 16 giugno, il Consiglio di amministrazione ha dato il via libera alla chiamata diretta proposta dal dipartimento di Geoscienze per un posto nel settore Geologia Strutturale. Di Toro torna così in Italia: il quarantanovenne è attualmente professore ordinario all’Università di Manchester. Non solo: il suo curriculum ricorda come sia anche professore di ricerca presso l'Ecole Normale Superieure di Parigi e ricercatore associato all'Istituto Nazionale d i Geofisica e Vulcanologia di Roma.
Di Toro si è aggiudicato qualche anno fa il finanziamento di un progetto competitivo dell'European Research Council (Erc). Così ha ottenuto la nomina a Consolidator Grant per il periodo 2014-2019, con un finanziamento totale di 1,9 milioni di euro. Prima gli era stato riconosciuto un altro Erc: Starting Grant (per gli anni dal 2008 al 2013), altrettanto finanziato con 1,9 milioni di euro.
L'obiettivo principale della sua ricerca, in collaborazione con studiosi nazionali e internazionali di diversa estrazione scientifica (geologi, sismologi, fisici, ingegneri), è l'integrazione delle osservazioni provenienti dall’analisi geologica di terreno e dagli studi sperimentali con le osservazioni e i dati sismologici e geofisici finalizzata alla comprensione della meccanica dei terremoti. Tra i risultati più rilevanti della sua attività di ricerca vanno ricordati due contributi fondamentali: la prima evidenza sperimentale di lubrificazione di faglie durante terremoti e la proposta di un comportamento generale dell'attrito nelle faglie durante i terremoti.
Gli appassionati del volley, non solo quelli trevigiani, lo ricordano bene per le stagioni alla Sisley in A2 e in A1 (e prima ancora a Vittorio Veneto con l'Antares in serie B) e poi per le stagioni a Montichiari e in azzurro nella squadra dei sogni messa in piedi da Julio Velasco.
Non ha mai abbandonato il rapporto con la Marca tanto da aver abitato a lungo a Conegliano, con la moglie Elena e le figle Viola e Gaia. Ora ci sarà dunque il ritorno a casa, all’università di Padova, di uno dei geologi maggiormente stimati a livello mondiale. Nel 2014 aveva firmato, insieme ad altri accademici di tutto il mondo, uno studio sulla rivista “Nature Geoscience”. La tesi della “fusione per attrito”, come è stata definita nello studio, è stata di grande importanza nell'interpretazione delle scosse “premonitrici”, e quindi nella previsione di grandi e pericolose eruzioni.
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