Da Caritas lavoro a 927 persone

Domenica l’assemblea diocesana. Dal 2012 a oggi sono state messe a disposizione 400 ore di lavoro
Don Roberto Camillotti
Don Roberto Camillotti

VITTORIO VENETO. La Chiesa non fa solo carità, ma dà anche lavoro, soprattutto ai trevigiani impoveriti dalla crisi. Una nuova smentita, dunque, alle accuse di privilegiare i profughi e gli stranieri in genere agli italiani. La Caritas diocesana, che nell’assemblea di domenica farà il bilancio di un anno di solidarietà, fa sapere di aver dato lavoro dal 2012 ad oggi a ben 927 persone, per gran parte del nostro paese. E di aver messo a disposizione altre 400 ore di lavoro, retribuito e regolarmente normato, per uomini e donne tra i 25 e i 60 anni; saranno occupate in azienda, pagate da una borsa lavoro: «Riceveranno un reddito dignitoso e una riqualificazione professionale, soprattutto avranno la possibilità di una successiva assunzione» fa sapere don Roberto Camillotti, direttore della Caritas. Si tratta del nuovo Progetto Inserimento Lavorativo sostenuto da Caritas Vittorio Veneto, che verrà presentato domenica in assemblea, con la partecipazione del vescovo mons. Corrado Pizziolo. Progetto Inserimento Lavorativo nasce dalla collaborazione tra Caritas e Servizi per l'impiego della Provincia di Treviso, oltre ad aziende, amministrazioni pubbliche ed associazioni di categoria. Le borse lavoro andranno a persone già coinvolte in “5 pani e 2 pesci”, il progetto Caritas che da settembre 2012 a maggio 2015 ha assegnato un sostegno economico in cambio di un impegno di lavoro di 50 ore e che è tuttora attivo. “Progetto Inserimento Lavorativo” comincia in autunno assegnando le prime 10 borse lavoro.

«Confidiamo che imprenditori e artigiani accolgano questa opportunità, e si impegnino a valutare la possibilità di una successiva assunzione per le persone che verranno a lavorare con loro tramite il Pil», conclude don Camilotti. Ad individuarne i beneficiari delle borse lavoro contribuiranno, con le loro segnalazioni, gli operatori dei centri di ascolto Caritas, che già conoscono, anche grazie alla loro esperienza di “5 pani e 2 pesci”, bisogni e possibilità delle persone in difficoltà. A garantire la borsa lavoro, cioè uno stipendio degno per questi lavoratori sarà la Caritas.

Francesco Dal Mas

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