Cucina nuova e tecnologica per gli istituti San Gregorio
VALDOBBIADENE. Una cucina nuova di zecca, dotata di elettrodomestici di ultima generazione. Si tratta del recente investimento degli Istituti S. Gregorio che hanno consegnato all’omonima Cooperativa...

VALDOBBIADENE. Una cucina nuova di zecca, dotata di elettrodomestici di ultima generazione. Si tratta del recente investimento degli Istituti S. Gregorio che hanno consegnato all’omonima Cooperativa una struttura moderna, spaziosa e funzionale: “La nuova cucina –spiega il presidente degli Istituti, Antonio Raia- si trova all’interno del complesso che ospita la Casa di Riposo e l’Unità Riabilitativa Territoriale e va a sostituire quella vetusta, che sorgeva all’ingresso della Cittadella della Salute. Erano le vecchie cucine dell’ospedale”. L’impegno di spesa ha sfiorato il milione di euro. La nuova struttura, di seicentocinquanta metri quadrati, è in grado di sfornare 1.050 pasti per ogni singolo ciclo produttivo; il che significa che in una mattinata potrebbero essere consegnati fino a 2.200 pasti. La Cooperativa S. Gregorio, il cui presidente è Piero Nadai, oltre ad occuparsi delle case di riposo e del servizio domiciliare nei comuni di Valdobbiadene, Vidor, Crocetta e Pederobba, fornisce i pasti alle scuole della zona, compreso l’Istituto Cavanis di Possagno. Sono una trentina le persone che vi lavorano. Alla cerimonia di inaugurazione, avvenuta sul finire dello scorso anno, hanno preso parte i rappresentanti degli Istituti e della Cooperativa S. Gregorio oltre ad una delegazione dell’amministrazione comunale, sindaco Fregonese in testa. La cucina è entrata pienamente in funzione qualche giorno fa. Raia ha così espunto dalla lista delle priorità una delle voci più importanti per il buon funzionamento delle attività che sono in capo alla Cooperativa. Ora l’attenzione è fissata sul prossimo obiettivo: l’intervento edilizio sul “Direzionale”. Gli Istituti investiranno più di quattro milioni di euro per sistemare e rendere finalmente fruibile la parte più visibile, e quella più antica, dell’ex nosocomio Guicciardini.
Adriana Rasera
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