Crisi respiratoria fatale per il gip Rita Bortolotti

di Salima Barzanti
CONEGLIANO
Cordoglio in città per la scomparsa del giudice Rita Bortolotti. La cinquantanovenne, in attività nel tribunale di Padova, è scomparsa improvvisamente a causa di una crisi respiratoria. A Conegliano vive la mamma, Maria Volpones. L'anziana, che risiede in Corso Mazzini, in pieno centro, è distrutta dal dolore per la morte della figlia. Tutta la famiglia di Rita è conosciuta e stimata nella città del Cima.
Rita Bortolotti era un giudice molto preparato e stimatissimo da tutti per professionalità, passione e rettitudine che metteva nel suo lavoro. Una missione per lei che cercava a tutti i costi di ricostruire la verità. La sua scomparsa, giovedì, dopo il ricovero d'urgenza nell'ospedale patavino, ha lasciato tutti senza parole. Oltre ai familiari a Padova e a Conegliano, anche i colleghi magistrati, gli avvocati, il personale del foro di Padova, dove Rita era al lavoro. Rita, riservata e misurata nei rapporti umani sul lavoro quanto esuberante e simpatica in privato, era un giudice, oltre che onesto intellettualmente, molto sensibile e attento al lato umano delle vicende con le quali si confrontava quotidianamente.
Dopo aver svolto l'incarico di Gip, giudice per le indagini preliminari e poi di Gup, giudice per le udienze preliminari, attualmente ricopriva il ruolo di giudice monocratico. Una lavoratrice instancabile, che spesso si portava a casa il fascicoli, per approfondire i casi che avrebbe «visto» in aula.
Appena entrata in magistratura aveva scelto subito il «giudicante» e accanto al collega Sergio Trentanovi aveva fatto il giudice a latere con il presidente Palmeri in importanti processi su Tangentopoli. Alla fine degli anni Novanta era passata all’ufficio gip e gup e, sul suo tavolo, erano finite inchieste di rilievo come quella sulle valvole cardiache difettose. Un anno e mezzo fa era tornata al giudicante: stava celebrando il processo agli ex vertici dell’Ascom e quello sul testamento Conte. Lo scorso settembre aveva affrontato un processo legato al coneglianese, sua terra d'origine, quello per morte di Rosanna Samogin, 44enne di Vazzola, deceduta nel 2007 dopo 9 giorni di coma per le complicanze sopravvenute dopo un'operazione alla tiroide.
Nella vita privata aveva condiviso tutto con il marito, il manager Giovanni Ruzzin, scomparso la notte di Capodanno del 2008. Ora se ne è andata, così, improvvisamente, anche lei. Rita, oltre alla mamma, lascia l’amatissimo figlio Paolo, ventitreenne studente nella facoltà di giurisprudenza. La cerimonia funebre si svolgerà lunedì mattina, alle 10.30, nella chiesa di San Francesco, a Padova.
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