Crisi, la Gdf mobili fallisce dopo 30 anni

SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA. La crisi cancella un’altra azienda storica del Quartier del Piave. Mercoledì è fallita la Gdf Fabbrica Mobili Rustici di Sernaglia, attiva da oltre trent’anni nell’arredamen...

SERNAGLIA DELLA BATTAGLIA. La crisi cancella un’altra azienda storica del Quartier del Piave. Mercoledì è fallita la Gdf Fabbrica Mobili Rustici di Sernaglia, attiva da oltre trent’anni nell’arredamento in legno massiccio. Una chiusura quasi indolore dal punto di vista occupazionale: oltre all’anziano titolare, restavano pochi, fidati collaboratori. Ma significativa dal punto di vista di un settore, quello del mobile, che ancora non vede la luce in fondo al tunnel. È stato lo stesso titolare a portare i libri in tribunale, pochi giorni fa. Un imprenditore ultra sessantenne, originario di Falzé di Piave, che non è riuscito a far fronte al calo di commesse degli ultimi anni. All’inizio, i soci fondatori della Gdf sono tre: le loro iniziali finiscono nel nome della ditta. L’azienda cresce nel suo stabilimento di via Cal Zattera a Falzè, avvalendosi di veri e proprio maestri dell’artigianato. La Gdf, infatti, offre quasi solo prodotti personalizzati: camere, camerette e soggiorni in legno di pino massiccio. Linee ecologiche con vernici ad acqua, qualità eccellente, consegne a domicilio: un modus operandi schiacciato dalle grandi catene dell’arredamento a basso costo, ed ecco che la crisi inizia a farsi sentire. La Gdf soffre la prematura scomparsa di due dei suoi tre soci fondatori. Il lavoro si spegne poco a poco: l’unico imprenditore rimasto non trova, negli eredi dei due vecchi soci, una sponda per continuare (e potenziare) l’attività. Il 30 luglio l’azienda chiude per ferie, e non riaprirà mai: il titolare presenta istanza di fallimento. Si arriva così a tre giorni fa, quando il tribunale, con sentenza del 18 settembre, decreta il fallimento della Gdf, fissando l’esame dello stato passivo per il prossimo 10 dicembre. Sono poche unità, gli operai interessati dalla chiusura. Nel buio del fallimento, una luce di solidarietà tra aziende: la Gdf, infatti, ha passato le ultime commesse (che ora non può più evadere) a due ditte artigianali “vicine di casa”, perché possano lavorare. E anche gli operai rimasti a piedi sono stati segnalati a quelle che erano aziende concorrenti. (a.d.p.)

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