Crisi, il mobilificio Vittoria di Ormelle va all’asta

ORMELLE. È imploso poco più di un anno fa, chiudendo alla vigilia del mezzo secolo di attività. Ora per il Mobilificio Vittoria Srl di Ormelle arriva la vendita all’asta dello stabilimento e di tutte le attrezzature, sotto l’ombrello del concordato preventivo. Prezzo base: un milione e 235 mila euro per l’immobile, 35 mila euro per macchinari e attrezzature vari, più altri lotti che vanno da telefoni e stampanti fino a prodotti in ferro semilavorati.
Cinquant’anni di storia cancellati dalla crisi. A fine marzo 2017 il mobilificio Vittoria di Ormelle avrebbe festeggiato mezzo secolo di attività, ma qualche settimana prima la produzione è cessata ed è scattato il licenziamento dei 27 dipendenti. Per i lavoratori sono partiti due anni di Naspi (l’equivalente della vecchia mobilità), mentre l’azienda ha iniziato la procedura di messa in liquidazione al tribunale di Treviso. Ora il capannone di via Tempio, storica sede dell’impresa, andrà all’asta. Gli interessati all’acquisto dovranno presentare l’offerta in busta chiusa entro le ore 12 del prossimo 24 luglio nello studio del liquidatore giudiziale Gaetano Naselli, a Treviso. Le buste con le offerte saranno aperte il 25 luglio.
L’unità immobiliare, costituita da laboratorio e magazzini per oltre 9.500 metri quadrati e per quasi 800 metri quadrati di uffici, oltre che area scoperta e parcheggi su 7.700 metri quadrati, si presenta «in discrete condizioni interne». L’immobile è attualmente occupato a tempo determinato (fino al 31 dicembre) da un potenziale acquirente che era interessato al subentro prima della procedura di concordato, e comunque «con obbligo di rilascio anticipato in caso di aggiudicazione da parte di altro soggetto all’esito della procedura competitiva», spiega il tribunale.
Il Mobilificio Vittoria era specializzato nella zona notte, cioè nella produzione di camere e camerette. Una fascia di prodotto medio-alta, quella che ha risentito di più della crisi perché molti clienti si sono spostati sui prodotti da discount, a prezzi più contenuti. Il declino è iniziato, come per molti mobilifici della zona, circa cinque anni fa «e da allora tutte le misure a tutela dei lavoratori sono state adottate, dalla cassa integrazione straordinaria ai contratti di solidarietà», avevano detto i sindacati.
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