Crisi Favalessa, ceduta l’azienda Tredici a casa senza liquidazione
FOLLINA. Ha un prezzo caro il salvataggio in extremis della Favalessa Spa. La storica azienda di Farrò di Follina, nata negli Anni Settanta, cede il testimone a un imprenditore umbro che ne continuerà la produzione e proverà a traghettarla fuori dalla crisi, ma non ci sarà posto per 13 dei 30 operai oggi in forza all’azienda. Gli ultimi mesi della società sono stati travagliati. La Favalessa, che ha sede in via Pian di Guarda nella frazione collinare di Farrò, ha vissuto il suo momento peggiore alla fine del 2014, quando i dipendenti dello stabilimento follinese (ne ha un altro a Nervesa) erano in credito di quattro mensilità. A inizio di quest’anno, sulla società pendeva un’istanza di fallimento, cui è seguita la proposta di concordato da parte dell’azienda, oltre – soprattutto – alla trattativa con l’imprenditore umbro, con relativo check up dei bilanci degli ultimi tre esercizi, l’elenco nominativo dei creditori con i relativi importi e un’aggiornata visura camerale. L’ipotesi del fallimento è stata scongiurata (la vecchia ditta ha presentato richiesta di concordato con riserva al tribunale di Treviso), non quella di un sacrificio pesante per la forza lavoro, quasi dimezzata. I 13 licenziati, almeno, sono riusciti almeno a recuperare gli stipendi arretrati, avranno una buonuscita dalle quattro alle sei mensilità, secondo l’anzianità di ciascuno. Per tutti, manca però la liquidazione dalla “vecchia” società. La nuova guida della ditta (che manterrà le denominazione originale) è un’azienda del Perugino specializzata nello stesso settore: realizzazione di macchine per il settore della carta e del cartone ondulato.
I sindacalisti, da mesi impegnati nella vertenza relativa allo stabilimento di Farrò, e i titolari, alle prese con la limatura degli ultimi dettagli dell’affare, sveleranno solo la prossima settimana il nome della società che, formalmente, rileverà la Favalessa con un affitto del ramo d’azienda. L’accordo, comunque, è andato in porto. La vicenda ha suscitato grande apprensione tra i follinesi, perché riguardava un vero simbolo dell’industria manifatturiera della Vallata. Quando gli affari andavano bene, erano una sessantina i dipendenti della Favalessa: soprattutto operai specializzati, vista la complessità e particolarità dei suoi prodotti, tra cui moderni pallettizzatori e impilatori. La crisi dell’industria ha generato una flessione importante nella vendita dei macchinari, fino alla cassa integrazione, applicata a Follina per la prima volta nel febbraio 2014.
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