Crisi economica e nuovi stili, addio ai fumetti di Metropolis

Quando aveva aperto, 20 anni fa, non c’era bambino che, attratto da quelle vetrine piene di personaggi dei cartoni giapponesi, non ci volesse entrare. Magari col papà e il suo portafogli. Poi tutto è...
Agostini Treviso negozi fumetti metrpolis viia risorgimento in foto francesco Avella sponchiado fabrizio
Agostini Treviso negozi fumetti metrpolis viia risorgimento in foto francesco Avella sponchiado fabrizio

Quando aveva aperto, 20 anni fa, non c’era bambino che, attratto da quelle vetrine piene di personaggi dei cartoni giapponesi, non ci volesse entrare. Magari col papà e il suo portafogli. Poi tutto è cambiato. E da ieri Metropolis, il primo negozio di fumetti aperto a Treviso, ha chiuso i battenti. Vittima della crisi, economica e del fumetto. «Non c’è stato ricambio generazionale, ora sono pochi i ragazzini che si abbonano a riviste e che comprano fumetti con costanza», spiegano i due titolari Francesco Avella e Fabrizio Sponchiado. Dopo il boom degli anni ’90, il fumetto è tornato a essere anche a Treviso una cosa “seria”, una letteratura di nicchia. «All’inizio i cartoni giapponesi facevano da traino, quindi in molti venivano in negozio ad acquistare il fumetto di quello che vedevano in tv. Quando è mancato questo legame diretto tra cartoni in tv e fumetto, anche la clientela è diminuita. E’ diventato un fenomeno per pochi», proseguono. Dragon Ball veniva acquistato da decine di ragazzini, ora sono rimasti i supereroi a tirare. Ma, paradossalmente, a varcare la soglia del negozio negli ultimi anni erano quasi solo over 30. Di ragazzini se ne sono visti sempre meno. Eppure Metropolis nei tempi d’oro era arrivato ad avere circa 600 abbonati. Appassionati che si facevano ordinare e mettere via mensilmente alcune serie. Ora meno della metà, c’è chi la passione per il fumetto non se la può più permettere. Nel 1993 era stato Luca Perin ad aprire in Via delle Absidi, pochi metri di distanza dalla sede attuale. Dopo pochi anni si era trasferito in borgo Cavour, dove ha conosciuto il suo periodo migliore. Poi il cambio di gestione e nel 2006 il trasferimento in via Risorgimento. Nel frattempo però sono stati aperti altri negozi di fumetti, con destini diversi. «Ci sono alcuni autori che vengono comprati principalmente nelle librerie, e quindi i negozi specializzati hanno perso un'altra quota di clientela». Infine internet ha contribuito ulteriormente. I dvd sono diventati praticamente invendibili, mentre a fine anni ‘90 si vendevano intere raccolte di cartoni giapponesi, «e spesso anche i lettori di fumetti, prima si leggono qualcosa online e poi decidono se comprare o meno il fumetto». Ma per gli appassionati non mancano i posti dove comprare le strisce. C’è Wonderland in via Sant’Antonino, c’è La Tarantola a Santa Maria Maggiore, e il Suzaku, specializzato in fumetti giapponesi, a San Nicolò.

Federico Cipolla

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso