Crisi e caro affitti, anche Diesel ha chiuso

Ieri alle 18 serrande abbassate in Calmaggiore. Dopo Trussardi, continua la morìa di negozi in centro
Agostini Treviso Negozio Disel Calmaggiore
Agostini Treviso Negozio Disel Calmaggiore

Un’altra griffe lascia Calmaggiore. Ieri ha chiuso definitivamente il negozio della Diesel. Da giorni si inseguivano voci in città sull’addio del marchio di Renzo Rosso, solo ieri alle 18 è arrivata la conferma. Le serrande si sono abbassate, e lunedì non verranno più rialzate. Ad aprire potrebbe essere, tra alcune settimane, la Nespresso, ma in questo caso lascerebbe il punto vendita all’interno di Coin.

Basterà attendere qualche giorno per capirlo. La chiusura dello store Diesel è l’ennesimo segnale preoccupante per il Calmaggiore, ma anche per tutto il centro storico. Fino ad ora l’allarme lanciato da politici e commercianti riguardava i negozi storici, quelli legati alle famiglia e non al marchio. Conduzioni di piccole dimensioni, in difficoltà nel sostenere gli affitti esorbitanti del centro città. Ma ora la situazione evidentemente sta peggiorando. Perché a chiudere sono i grandi marchi, che pure quegli affitti potrebbero permetterseli. Trussardi ha lasciato alcune settimane fa, così ha fatto “Me4me” pochi metri prima della Diesel. In vicolo Barberia quest’inverno se n’è andata Belstaff, mentre Robe di kappa e Superga si sono unite in un solo punto vendita.

Playlife chiuderà dopo l’estate salvo sorprese, Replay ha lasciato da tempo, così come Marlboro e Timberland. È arrivata Levi’s in piazza San Vito, arriverà H&M a Palazzo Onigo. Ma il bilancio resta negativo. Evidentemente Treviso, oltre al problema costi, non sembra avere grande appeal nemmeno per i grandi marchi. In Calmaggiore da settimane si rincorrono le voci di altre due chiusure illustri: Gucci e Pinko, ma i diretti interessati smentiscono. Certo l’addio di Diesel, che ormai da oltre dieci anni era una delle vetrine principali del Calmaggiore, sembra dire anche altro.

I trevigiani hanno abbassato il budget per lo shopping. Diesel è un brand abbastanza costoso, per un paio di jeans si possono spendere più di 200 euro. Una spesa che in tempi di crisi non è facile affrontare. Gli ultimi sei mesi sono stati forse i più drammatici per i negozi della città. Le chiusure non conoscono sosta, e le vetrine vuote si moltiplicano.

Anche per questo la giunta comunale sta pensando di inserire nel bilancio una manovra fiscale che comprenda degli aiuti, o dei premi, per i proprietari immobiliari del centro che affitteranno i loro immobili oggi vuoti. Un’azione che potrà avere certamente effetti sui privati e sulle famiglie, ma che difficilmente inciderà quando le proprietà sono riconducibili a fondi d’investimento.

Federico Cipolla

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