Crisi all’Euronics di Castelfranco e Conegliano: dipendenti appesi a un filo

CONEGLIANO. Sono appesi a un filo i destini di una quarantina di dipendenti dei negozi Euronics di Conegliano e Castelfranco. Il colosso dell’elettronica, un brand che fattura complessivamente 19 miliardi di euro e ha sedi in tutto il mondo, si è incagliato - a livello locale - in una crisi che mette a rischio la sopravvivenza dei punti vendita trevigiani. La società che gestisce i due negozi di Marca (all’interno dei centri commerciali Conè di Conegliano e Shopping Day di Castelfranco) è infatti la Galimberti Spa, con sede a Milano.
Alle prese, oggi, con una crisi profonda che ha portato la società alla richiesta di concordato preventivo, sulla quale dovrà esprimersi il Tribunale lombardo. Per i dipendenti rimasti è stato sottoscritto un contratto di solidarietà: meno ore lavorate per salvare il posto. All’orizzonte anche l’acquisizione da parte di un’altra società, già responsabile di negozi Euronics in altre regioni italiane. Che qualcosa non andasse per il verso giusto i clienti del gigante dell’elettronica lo avevano intuito, nelle scorse settimane, semplicemente entrando in negozio.
«L’azienda non sta più acquistando merce, gli scaffali si stanno svuotando» racconta uno dei dipendenti del gruppo, «non sappiamo cosa sta per succedere, siamo in attesa di novità ma nessuno ci tiene informati». La vertenza è seguita, a Castelfranco e Conegliano, dalla Filcams Cgil, che tuttavia per il momento preferisce non esporsi.
La prossima settimana è previsto un incontro con l’azienda. Di sicuro, al momento, c’è soltanto quanto messo nero su bianco nel contratto di solidarietà: «L’azienda ha rappresentato il permanere dello stato di crisi economica e finanziaria in relazione alla pesante situazione di mercato. Crisi che, con riferimento al mercato nazionale, si è manifestata attraverso cali di fatturati dei singoli punti vendita, e quindi con il mancato raggiungimento del necessario equilibrio economico delle singole realtà, e attraverso la contrazione delle quantità di vendita, con conseguente disequilibrio economico-finanziario».
Nell’intera rete di Galimberti, costituita da 75 punti vendita su tutto il territorio nazionale, sono circa 500 i lavoratori occupati, una quarantina quelli dei due negozi trevigiani. Con la firma del contratto di solidarietà - che prevede un calo delle ore lavorate con lo stipendio in parte pagato dall’Inps - l’azienda ha rinunciato al licenziamento collettivo per ragioni economiche, che avrebbe interessato - secondo i piani iniziali - 89 unità. La buona notizia è che, fino a questo momento, i lavoratori hanno sempre percepito lo stipendio. La crisi è arrivata improvvisa in un settore che registrava, negli anni scorsi, incassi record: la spietata concorrenza di marchi simili, anche a livello locale, ha contribuito a rosicchiare i margini di profitto. Fino all’attuale punto di non ritorno.
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