Crespano. Suicida a 16 anni, l’amica: tra noi solo affetto

CRESPANO. Una somma di fattori che hanno trasformato in tragedia l’insieme di alcuni tipici problemi adolescenziali. Sembra questa l’ipotesi preponderante sulla terribile fine del sedicenne cingalese,...

CRESPANO. Una somma di fattori che hanno trasformato in tragedia l’insieme di alcuni tipici problemi adolescenziali. Sembra questa l’ipotesi preponderante sulla terribile fine del sedicenne cingalese, residente nel Vicentino e studente del Maffioli di Crespano, che nella notte tra lunedì e martedì si è tolto la vita bevendo un prodotto utilizzato per sturare le tubature di casa. Emerge dai primi riscontri incrociati raccolti dai carabinieri di Bassano del Grappa che stanno indagando con tatto sull’episodio. L’autopsia sul corpo del ragazzo è stata posticipata a questa mattina. L’anatomopatologo padovano Giovanni Cecchetto è stato incaricato di ricostruire i dettagli della morte del sedicenne. Non ci sono dubbi sul fatto che sia giunta per le gravi lesioni interne causate dall’ingestione del prodotto a base di soda caustica. Il perito dovrà però cercare di stabilire, tra le altre cose, quale fosse la quantità effettivamente ingerita. Le decisioni su come proseguire l’indagine competono alla procura della Repubblica di Vicenza. Il pubblico ministero Hans Roderich Blattner ha aperto un fascicolo contro ignoti nel quale si ipotizza il reato di induzione al suicidio. Il fatto che le accuse non siano intestate in capo a persone definite fa comprendere che anche la magistratura intende muoversi con delicatezza. Il sedicenne ha attraversato un momento di contrasto con i genitori, che lo hanno richiamato a un maggiore zelo nello studio e a lasciarsi meno distrarre dall’amore per una ragazza italiana. A questo si potrebbe essere aggiunta la delusione cocente di un affetto che il giovane viveva con trasporto e che negli ultimi tempi sarebbe stato meno corrisposto. «Era solo un’affettuosa amicizia», ha infatti spiegato anche a scuola la ragazza vicentina, che proprio nei giorni scorsi sarebbe giunta a un chiarimento vissuto male dal ragazzo. E resta ragionevole l’ipotesi che il giovane avesse voluto soltanto attirare l’attenzione: non ha lasciato biglietti né si è preoccupato di tener nascosto il suo gesto autolesionista, tant’è che i genitori lo hanno soccorso subito. Anche la sua pagina facebook, che pure sarà esaminata con attenzione, non fornisce molti indizi, con pochissimi aggiornamenti nelle ultime settimane, prevalentemente con scambi di messaggi con connazionali nell’idioma di origine. Maggiori particolari si ritroveranno nel telefonino, esaminando chat, messaggini e registro delle chiamate. Operazione che però non potrà essere effettuata subito: l’accesso ai contenuti dell’apparecchio è bloccato da una password e sarà necessaria una perizia per “decifrare” il tutto. Spetterà al pubblico ministero decidere se proseguire nell’inchiesta e affidare un incarico a un esperto oppure se archiviare immediatamente il caso. Saranno sentiti nei prossimi giorni familiari, amici e la ragazza protagonista della relazione.

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