Credito Trevigiano in assemblea Girardi entra in consiglio

Oltre seimila soci chiamati a ratificare il bilancio 2018 con 6,1 milioni di utile I temi sul tavolo: la vendita di villa Emo e la fusione con la Bcc Valle Agno

VEDELAGO. Domenico Girardi, senior advisor di Kpmg, società leader nella consulenza manageriale alle imprese, è il candidato in pole position per sostituire Giuseppe Romano nel consiglio d’amministrazione del Credito Trevigiano. Dopo le dimissioni di Romano, rassegnate a febbraio e motivate dalla sua contrarietà alla scelta di alienare villa Emo, presa a maggioranza dal direttivo, è arrivato il momento di eleggere il successore. La nomina è prevista all’ordine del giorno dell’assemblea dei soci che si apre oggi dalle 8.30 al Palamazzalovo a Montebelluna durante l’assemblea ordinaria per l’approvazione del bilancio 2018. Sarà il cda presieduto dall’avvocato Piero Pignata a proporre il sostituto di Romano.

Girardi, residente a Castelfranco, è esperto di finanza, specializzato in operazioni straordinarie, business planning e quotazioni delle aziende. Il suo approccio manageriale si concretizza anche nelle sue iniziative: ha fondato Cf Partners Srl, società specializzata nell’assistenza alle Pmi di cui ricopre il ruolo di amministratore delegato.

Sono 6.401 i soci chiamati all’appello per avallare l’ingresso del nuovo consigliere nel cda. Ma anche per approvare il bilancio, passaggio che sembra automatico visto che il cda presenterà ai soci una situazione economica più che sana, con utile di 6,1 milioni di euro, in crescita rispetto all’esercizio precedente. Oltre alla marginalità, che testimonia la capacità dei servizi della banca di creare valore, ci sono altri indicatori positivi, come l’ulteriore rafforzamento del patrimonio con Cet 1 al 14,42 %: si tratta del “Common Equity Tier Ratio”, ovvero il principale parametro a cui si fa riferimento per valutare la solidità degli istituti di credito.

Notevoli le garanzie che permettono al Credito di presentarsi con tutte le carte in regola all’avvio dell’attività del nuovo Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea, a cui ha aderito nel dicembre dello scorso anno. Pignata ha inoltre anticipato nella lettera agli azionisti che «la banca vuole investire sul welfare, incentrato sull’istruzione e formazione dei giovani da una parte, su salute e assistenza dall’altra». L’etica si abbina così all’efficienza: «Ogni anno destineremo, alternativamente, una somma impegnativa agli ospedali di Montebelluna e Castelfranco, perché i nostri soci e clienti abbiano maggiori opportunità di cura, prevenzione e difesa della loro salute». E ci sono due partite aperte che si giocano nel brevissimo e nel medio-lungo periodo. La prima: la vendita di villa Emo ai coniugi francesi Vincent e Florence Gombault, che sono pronti a firmare il rogito entro maggio, al valore di 15 milioni di euro. Nei giorni scorsi sembrava fosse spuntato un altro offerente: un fondo olandese si sarebbe fatto avanti a Vedelago, palesando la disponibilità a mettere sul piatto 2 milioni di euro in più pur di acquistare l’ambita dimora palladiana. Un delegato del fondo avrebbe anticipato la volontà di stipulare una convenzione con l’amministrazione comunale. Ma dalla banca ieri è arrivata una secca smentita: nessuno ha presentato offerte alternative a quella dei Gombault.

La seconda partita riguarda la crescita futura del Credito, che amplia il raggio d’azione guardando alla fusione con la Bcc vicentina San Giorgio Quinto Valle Agno. Si parlerà anche di questo in assemblea, anticipando che il Credito potrebbe allargare la platea di soci e clienti, rivolgendosi anche ai vicentini. I punti di contatto ci sono, a partire dalla contiguità territoriale e dalla comune adesione al gruppo romano Iccrea. Insieme, il Credito di Vedelago con le sue 30 filiali e 1,5 miliardi di euro di raccolta da una parte, Vicenza con 31 filiali e una raccolta da 1,7 miliardi, puntano a diventare più forti. —

Maria Chiara Pellizzari

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