Crazy Sport, i ladri fanno razzìa di bici

VITTORIO VENETO. Spaccata nel negozio Crazy Sport a San Giacomo di Veglia. Rubate ieri notte una decina di mountain bike di marca, per un bottino di 25 mila euro. Rabbia e preoccupazione per l’ennesimo colpo della banda delle bici da corsa. Un anno fa l’esercizio aveva subito un furto analogo.
I ladri hanno approfittato della chiusura per ferie del negozio di via Menarè per entrare in azione. «Verso le 4 di notte abbiamo sentito un gran colpo e poi l’allarme che si è messo a suonare», raccontano i residenti della palazzina sopra il Crazy Sport.
Per entrare hanno infranto il vetro della porta d’ingresso con un grosso masso. Una volta aperta la strada, i malviventi hanno agito con fulminea determinazione.
Hanno scelto i pezzi più pregiati e li hanno caricati su un furgone che si è perso nella notte. Il resto del commando è fuggito verso i campi. Probabilmente avevano lasciato una o più auto pronte per la fuga, dividendosi così dal camioncino che trasportava la refurtiva. Ieri mattina i titolari hanno fatto la conta delle biciclette mancanti.
In più hanno dovuto sistemare la porta, chiudendo il varco con assi di legno. Il Crazy Sport è aperto da circa tre anni sul Menarè, dopo che il titolare Roberto Catto aveva gestito l'attività per diverso tempo a Gorgo al Monticano. Nel luglio dell’anno scorso il negozio era stato preso di mira dai ladri che poi nella stessa notte avevano razziato i “Cicli Spessotto”, in viale Italia a Conegliano, collezionando in un sol colpo 60 mila euro di bottino. La spaccata di ieri rinfocola le preoccupazioni in città. A inizio aprile cinque banditi avevano assaltato l’Eurovelo di via Matteotti. Erano state rubate una dozzina di biciclette dei marchi più famosi, come Pinarello, Bottecchia, Eurovelo, per un bottino di circa 30 mila euro.
Sventato invece a febbraio un altro maxi furto alla Shock Blaze di San Martino di Colle Umberto, che produce biciclette da corsa e mountain bike. Grazie all’attivazione del sistema di allarme, i carabinieri si erano precipitati nell’azienda, intercettando il furgone che stava fuggendo lungo l’Alemagna. È probabile che ci si trovi di fronte a una serie di furti su commissione. L’ipotesi investigativa più accreditata porta alla pista dell’Est. Le biciclette rubate finirebbero sui mercati dell’Europa orientale e nei siti di vendite on line.
Francesca Gallo
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