Crac Zaccariotto, condannati a due anni i vertici

GAIARINE. È arrivato a sentenza il processo che vedeva Mario Zaccariotto (difeso dall’avvocato Loris Tosi) ed Eros Corai (avvocato Collerone) accusati di bancarotta fraudolenta della Zaccariotto...

GAIARINE. È arrivato a sentenza il processo che vedeva Mario Zaccariotto (difeso dall’avvocato Loris Tosi) ed Eros Corai (avvocato Collerone) accusati di bancarotta fraudolenta della Zaccariotto Cucine. Entrambi sono stati condannati a due anni di reclusione (pena sospesa) per la bancarotta legata alla cessione d’affitto dell’azienda e per aver venduto il magazzino a prezzi troppo bassi rispetto ai valori di stima mentre sono stati assolti dalle accuse di bancarotta documentale e (solo Zaccariotto) fraudolenta per appropriazione di qualche milione di euro. L'ex titolare dell'omonima azienda di cucine e l'allora responsabile amministrativo Eros Corai, erano finiti davanti al giudice dopo il fallimento della società decretato nell'ottobre 2012 dal tribunale di Treviso. Operazioni contabili complesse e macchinose, secondo gli inquirenti. Diversi i punti contestati nel capo di imputazione: il primo riguardava il mancato mantenimento delle scritture contabili in maniera corretta in modo tale da non permettere la puntuale ricostruzione del giro d'affari dell'azienda e relativo patrimonio. Il secondo (contestato solo a Zaccariotto) riguardava una perdita di oltre 5 milioni di euro sarebbe stata illecitamente coperta con un'operazione di "lease back", in pratica la ditta fallita ha riscattato il capannone in affitto per 5 milioni di euro per poi cederlo alla società di leasing al prezzo di 10 milioni, utilizzando la differenza, che per legge avrebbe dovuto essere spalmata nei 18 anni di durata del contratto di leasing, per coprire il buco in bilancio, nascondendo così le perdite. Nel mirino, infine, sono finiti anche l'affitto dell'azienda alla neonata Zaccariotto Cucine Srl al prezzo, definito dal curatore "ridicolo" di 2500 euro mensili e la cessione del magazzino per 440 mila euro a fronte di un valore stimato in oltre 1 milione di euro. Una gestione che avrebbe portato al crac aziendale. Dai primi due capi d’imputazione il giudice ha ritenuti gli imputati innocenti e li ha assolti. Condannati a due anni per la questione del magazzino e dell’affitto d’azienda.

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