Crac Triestina, Dal Cin nei guai Omessa vigilanza, inibito 9 mesi

L’imprenditore e dirigente calcistico coneglianese è stato condannato dal tribunale della Figc Sotto accusa i sui rapporti con il Cda. I difensori: «Era amministratore senza deleghe e poteri»
Di Andrea De Polo

CONEGLIANO. Aveva fatto grande il Calcio Conegliano, ma secondo l’accusa ha contribuito ad affossare la gloriosa Triestina, e per questo è stato condannato a nove mesi di inibizione dal Tribunale della Figc. Torna a far parlare di sé Francesco Dal Cin, per tutti Franco, 73 anni, nato come imprenditore tra Conegliano e Vittorio Veneto, diventato presto uno dei massimi dirigenti del calcio italiano e in queste settimane finito nei guai per il crac Triestina, risalente al gennaio 2012, oggetto di una maxi-inchiesta della Procura federale che ha coinvolto 33 persone. Una sentenza che pone fine alle voci, sempre più insistenti alla fine dell'anno scorso, che volevano Dal Cin vicino all'acquisto della società biancorossa. Nel mirino degli investigatori è finita la gestione dell'allora presidente Stefano Fantinel, inibito per cinque anni e condannato a 30mila euro di ammenda. I fatti contestati a Dal Cin si riferiscono al periodo 2009-2011, quando l'imprenditore trevigiano era nel cda della Triestina, dopo una vita passata alla rivale per eccellenza, l'Udinese. La sua posizione è marginale rispetto al ruolo di Fantinel, finito a processo sulla scorta delle contestazioni per bancarotta già rilevate in sede penale davanti al gup di Trieste. Lunedì scorso Fantinel è stato chiamato a rispondere di compensi in nero ai giocatori, fatture truccate per operazioni inesistenti e bilanci fuori controllo che hanno portato alla fine della società allenata, in passato, dal "Paron" Nereo Rocco. Dal Cin non ha scelto il patteggiamento, come la maggior parte degli altri imputati, ma è andato davanti al giudice. «Il solo addebito mosso al nostro cliente - hanno spiegato i suoi difensori, gli avvocati Rolando Favella e Irene Pirelli Marti - che è stato amministratore senza deleghe e poteri per soli dieci mesi, durante i quali la perdita di bilancio è aumentata di soli 200mila euro, è solo quello generico di non attenta vigilanza in merito all'operato degli amministratori esecutivi, riconoscendo la sua estraneità rispetto alla "gestione" della Triestina». Nove mesi di inibizione sono la sanzione più bassa tra quelle comminate, ma allontanano definitivamente Dal Cin da Trieste, stroncando sul nascere il suo tentativo di acquistare la società. Il fallimento della Triestina aveva fatto parecchio rumore all'epoca: per storia e numero di appassionati al seguito, una sorta di "caso Parma" con qualche anno di anticipo. Da quella vicenda la Triestina non si è più rialzata: ancora oggi naviga nei bassifondi della Serie D.

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