Covid alle Opere Pie di Onigo, 16 positivi tra anziani e operatori interni

Tutti in isolamento. Il focolaio nella struttura autosufficienti della casa di riposo negli alloggi protetti. Ora screening generale nella struttura
Ferrazza Pederobba ex ospedale opere pie
Ferrazza Pederobba ex ospedale opere pie

PEDEROBBA. Un focolaio di covid-19 si è sviluppato alle Opere Pie d'Onigo, una delle più grosse strutture per anziani della Marca Trevigiana con sede a Pederobba. Sono attualmente 10 gli ospiti risultati positivi al covid-19, a cui aggiungere 6 addetti. Il focolaio si è sviluppato negli alloggi protetti, dove ci sono gli ospiti autosufficienti. Si trovano infatti lì nove dei dieci positivi, mentre il decimo è nel centro Cav. Sabbione, dove ci sono i non autosufficienti. Per nessuno è stata riscontrato un livello di criticità, tanto che nessuno dei dieci positivi è ricoverato in ospedale, ma tutti sono nelle strutture delle Opere Pie d'Onigo, in isolamento.

Il contagio, come?

Due le ipotesi sullo sviluppo del contagio nella struttura di Pederobba: o importato da fuori da uno degli ospiti degli alloggi protetti, o diffuso da un educatore risultato positivo che girava per lavoro tra i vari nuclei della struttura. «Gli ospiti degli alloggi protetti sono autosufficienti e quindi possono girare liberamente ed uscire» spiega il presidente delle Opere Pie di Onigo, Agostino Vendramin, «quindi può darsi che uno di essi sia stato contagiato all'esterno della struttura e abbia portato il virus all'interno. Una seconda ipotesi è che un educatore risultato poi positivo e che girava tra i vari nuclei abbia portato il contagio dal momento che la positività è stata riscontrata in due nuclei diversi. Ad ogni modo tutti i positivi sono in isolamento: i nove degli alloggi protetti sono stati collocati tutti in un unico piano della struttura in modo che non abbiano contatti con coloro che sono negativi ed isolato è stato anche l'ospite del centro Sabbione. Gli ospiti positivi al covid-19 sono sottoposti infatti a tutela sanitaria in ambienti adatti in cui possono usufruire di ogni confort ed assistenza con personale dedicato. Quanto agli addetti, sono tutti in isolamento a casa ma per una parte di essi sta terminando la quarantena. Tutti i casi che abbiamo riscontrato all'interno delle Opere Pie sono senza sintomi e quindi per nessuno di loro si è reso necessario il ricovero in ospedale».

Le Opere erano Covid free

A fine ottobre alle Opere Pie d'Onigo non c'era nessun positivo, c'era stato infatti uno screening su tutti dopo che una dipendente era risultata positiva ma per tutti gli ospiti il responso era stato negativo. Poi però, nel giro di una decina di giorni, si è sviluppato anche lì il focolaio, come in altre strutture per anziani. Sia tra gli ospiti che tra il personale dipendente, «però gli addetti risultati contagiati» precisano le Opere Pie, «al momento dello screening non erano in servizio e la positività è stata rilevata in modalità drive-in con conseguente invio al medico di famiglia e regolare isolamento domiciliare fino a raggiungimento di risultato negativo». Di conseguenza, visto l'insorgere del focolaio, sono state mantenute le regole di divieto di visite da parte dei famigliari, che possono avere contatti solo tramite videochiamata. Erano in vigore anche prima i divieti di visita, a maggior ragione ora che è stato riscontrato il focolaio.

Nuovi esami

Adesso si attende il nuovo screening per vedere se il focolaio si è esteso o rimane limitato ai dieci ospiti e ai sei addetti. «In settimana» spiega il presidente delle Opere Pie d'Onigo, Agostino Vendramin, «l'Ulss 2 procederà allo screening su tutti gli ospiti e sul personale per rilevare eventuali ulteriori positività e accertare se nel frattempo qualcuno si è negativizzato». —


 

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