Coronavirus, In Ginecologia all'ospedale di Treviso positivi primario e caposala

L’Usl: «I sanitari coinvolti subito isolati, tamponi ai contatti». Le mamme: «Vogliamo rassicurazioni»

TREVISO. Intercettare per isolare. Il più possibile, il prima possibile. Nella Ginecologia del Ca’ Foncello, dove il primario e la caposala sono risultati positivi al Covid-19, scattano le misure di contenimento. Il dottor Enrico Busato e la sua più stretta collaboratrice sono già in isolamento. La notizia è giunta a noi in via ufficiosa, l’azienda sanitaria, una volta interpellata, non ha potuto che confermare l’accaduto..

IL FRONTE GINECOLOGIA

«È vero. Ma voglio lanciare un messaggio rassicurante alle mamme: state tranquille, faremo tutte le verifiche del caso. Chi ha avuto rapporti ravvicinati con i professionisti contagiati è in isolamento, procederemo a effettuare i tamponi» dice il direttore generale dell’Usl 2 Francesco Benazzi. La preoccupazione di tante donne, più di 180 ogni mese partoriscono all’ospedale di Treviso, è lampante.

«Chiediamo spiegazioni e rassicurazioni per partorire i nostri figli in tutta sicurezza» chiede una gestante al nono mese, mentre le chat e i gruppi social delle future madri raccolgono fiumi di preoccupazione e timori. «Non è possibile venire a sapere notizie come questa a spizzichi e bocconi, attraverso i giornali» prosegue una giovane in dolce attesa, mentre arriva la notizia, non ancora confermata, di una seconda ginecologa positiva a Borgo Cavalli.

L’OSPEDALE

«Il gruppo di ostetricia del Ca’ Foncello è stato messo in sicurezza a zero contatti» aggiunge il dg Benazzi. Il numero uno del reparto e la caposala sono stati colpiti da un nemico silenzioso, che sta mettendo a dura prova tutto il personale medico trevigiano. Una volta saputo del contagio non hanno potuto fare altro se non abbandonare il reparto per evitare che il virus circolasse ancora, come accaduto in Geriatria e poi a cascata nei reparti di Otorino, Ortopedia Donna, ex Lungodegenza e Pediatria. «Stanno lottando a casa e a loro va tutta la nostra solidarietà, con l’auspicio che tornino presto tra noi» la voce che ieri rimbalzava tra i camici bianchi in prima linea al nido e nelle camerate delle gestanti.

L’ESPERTA

Fino ad ora l’Usl di Marca ha deciso di proseguire con le restrizioni già adottate nei giorni scorsi: i padri possono entrare in sala parto, i neonati non vengono più allattati né esposti all’interno nido ma vengono portati dalle puericultrici direttamente dalle mamme in stanza per la poppata, in orario di visite entra solo un parente, vietati gli assembramenti in camera. Sul rischio che possono correre mamme e bambini che entrano in contatto con un soggetto positivo, la pediatra Susanna Esposito, presidente dell’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici sottolinea che «il numero di casi pediatrici a livello nazionale è ad oggi è molto contenuto, si parla di una quindicina di casi con esito favorevole».

Per le donne in gravidanza, conclude la professoressa Esposito: «Attualmente in Emilia-Romagna tre donne positive hanno partorito neonati negativi al tampone, mentre una donna gravida con polmonite ha avuto un decorso positivo. Non è mai stata dimostrata al mondo la trasmissione verticale (mamma-feto) del virus, né attraverso il latte materno».

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