Coppia di Crocetta derubata a Jesolo, l’app “trova” lo zaino dai profughi

CROCETTA. Erano riusciti a individuare il luogo dove si trovava l’iPhone rubato assieme a soldi, carte di credito, chiavi di casa e auto, documenti. Era all’ex colonia della Croce Rossa a Jesolo, adibita ora a centro di accoglienza per richiedenti asilo. Ma, a della dei derubati, non c’è stato verso di fare dei controlli o delle perquisizioni per cercare quanto era stato prelevato ore prima lungo la spiaggia.
La disavventura, accompagnata a tanta rabbia per come si è conclusa la vicenda, è capitata ad Andrea Buziol e alla sua compagna Sara Fabretto. Domenica erano in spiaggia Jesolo, dalle parti di piazza Nember. Sotto l’ombrellone avevano lasciato lo zaino con telefonino, documenti, chiavi all’interno. I due giovani, 37 anni lui, 30 lei, si sono allontanati brevemente. A custodire il tutto era rimasto il padre di lui, ma al ritorno, un quarto d’ora dopo, lo zaino era sparito. «Abbiamo attivato l’app “Trova il mio iPhone” e dopo un paio di ore ha cominciato a lampeggiare perché evidentemente chi lo aveva rubato con tutto il resto aveva attivato il wifi», racconta Sara Fabretto, «Nel frattempo avevamo passato due ore di inferno per bloccare carte di credito e tutto il resto. Andrea è andato nel luogo da cui veniva il segnale, io invece mi sono messa davanti al garage perché temevamo che, avendo rubato anche le chiavi dell’auto e dell’appartamento, rubassero anche la vettura. Il segnale era localizzato dove c’è l’ex colonia della Croce Rossa, ora gestita sempre dalla Croce Rossa come centro di accoglienza di profughi. Andrea ha telefonato ai carabinieri, ma questi non potevano mandare nessuno. Ha chiamato allora la polizia, è arrivata una pattuglia. Andrea è entrato con loro, hanno fatto un giro per l’ex colonia accompagnati da personale della Croce Rossa e poi sono usciti. Il mio fidanzato ha provato a dire di guardare magari dietro un cespuglio, di chiedere, di provare a vedere in giro, nulla da fare, hanno fatto solo un giro all’interno e sono usciti. E alle insistenze di Andrea di controllare visto che il segnale era sempre attivo all’interno della ex colonia, il personale della Croce Rossa ha risposto che poteva benissimo essere stato un turista di passaggio per la spiaggia a rubarlo e poi gettarlo all’interno del centro di accoglienza». Tanta la rabbia per i due giovani. «Insomma», continua lei, «nessuna collaborazione da parte del personale che gestisce il centro di accoglienza, anzi il rischio di essere accusati pure di razzismo. Alla fine abbiamo rinunciato a poter recuperare alcunché, ma è una vergogna che non possano essere fatti dei controlli in questi luoghi quando era palese che quanto rubato era proprio lì». In aggiunta anche il fatto di essere dovuti andare il lunedì a fare denuncia perché alla domenica non vengono raccolte. (e.f.)
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