Contarina chiede di produrre eco-combustibile dai rifiuti umidi

Quale miglior esempio di energia circolare se non quello di una società che crea energia del materiale con cui lavora, abbattendo costi, inquinamento e praticamente auto-alimentando i suoi mezzi? È il nuovo traguardo che Contarina punta a tagliare nell’arco di circa due anni: uno per ottenere le autorizzazioni, l’altro per mettere in operatività un impianto per la produzione di biometano dal rifiuto umido. Il progetto di fattibilità è stato appena inoltrato per le autorizzazioni, porta la firma di Contarina e della società di consulenza energetica “Ambiente Spa”. L’obiettivo è alto, anzi altissimo. Per avere un’idea, una volta che l’impianto sarà in funzione produrrà una quantità di combustibile ecologico pari a quasi 4 milioni di litri di gasolio, ovvero 110 autocisterne. Provate e metterle in fila...
il progetto
Prevede realizzazione, presso l’impianto di compostaggio di Trevignano, di un impianto di “digestione” del rifiuto solido urbano (forsu) con la relativa produzione di biogas da trattare per arrivare alla realizzazione di biometano. Quest’ultimo, potrà essere commercializzato dopo un processo di liquefazione, o compresso e immesso direttamente nella rete di distribuzione del gas naturale andando ad alimentare altri impianti civili e industriali. Se a qualcuno, nel leggere questa sommaria descrizione, è venuto in mente la sperimentazione in atto da anni all’interno del depuratore comunale di S.Antonino anche grazie ai rifiuti di Contarina, a Treviso, non sbaglia. Si tratta di una processo simile, con l’impianto di Trevignano però Contarina farà tutto “in house”, come si suol dire, senza terzi, puntando a ottimizzare costi e ricavati e probabilmente concentrandosi su questo. Lo dicono anche i numeri relativi al futuro scarico di rifiuti forsu (ma anche vegetali) nell’impianto per la produzione di biogas. Il progetto del nuovo impianto di digestione è dimensionato per trattare 50.000 tonnellate anno di rifiuti (di cui 43.187 forsu e 6.813 di verde), per una produzione attesa di biometano all’anno pari a circa 3.380 tonnellate equivalenti di petrolio, ovvero 3,8 milioni di litri di gasolio. Le famose 110 cisterne.
costi e tempi
Il progetto, accompagnato da una relazione introduttiva di 71 pagine e corredato di una ventina tra schemi, rapporti, schede, è stato inoltrato nei giorni scorsi in Provincia dove la commissione tecnica Via sarà chiamata ad esprimersi sulla proposta della società valutando la fattibilità tecnica ed economica dell’intervento, le soluzioni tecnologiche e impiantistiche ottimali. Intanto fa fede una prima stima dei costi, pari a 18,6 milioni di euro, che verrebbero ovviamente ripianati in termini di incassi dalla vendita, o mancati costi di approvvigionamento interno di carburante per i mezzi della società. Il tutto a partire dal 300esimo giorno dall’avvio del cantiere di Trevignano (da quel giorno l’impianto sarà già in esercizio – ancorchè provvisorio – per 120 giorni).
coi rifiuti, meno pm10
Contarina, coi rifiuti che gestisce, potrebbe pagarsi il via vai dei mezzi per la raccolta differenziata, riscaldarsi, potenzialmente anche vendere a terzi quanto avanza. Un risultato economico positivo, con innegabili impatti anche in termini di inquinamenti, non solo quelli per la gestione attuale del forsu, ma quelli derivanti dall’uso diretto di biometano per autotrazione, che abbatterebbe potentemente le Pm10 prodotte dalla flotta Contarina, e anche quelle dei mezzi necessari a trasportare il carburante oggi negli impianti Contarina. E Trevignano diventerebbe impianto “da scuola”. —
Federico de Wolanski
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