Consorzio, Giustiniani contro Polegato «Poca trasparenza sul piano di fusione»

Consorzio Agrario, è tutti contro tutti. Il progetto di annessione del Consorzio Agrario di Treviso e Belluno nella nuova grande entità nazionale “Cai” - Consorzi Agrari d’Italia - continua a dividere gli addetti ai lavori, e oggi registra l’intervento di Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura e consigliere di amministrazione del Consorzio, a sua volta molto scettico in merito al progetto di aggregazione. Manca un piano industriale, sottolinea Giustiniani, non proprio un dettaglio per un’operazione che riguarda, solo a livello di Treviso e Belluno, una realtà da 105 milioni di fatturato, 135 dipendenti e 38 sedi, con un patrimonio immobiliare di 25 milioni di euro. In questo modo Coldiretti resta isolata, unica associazione del mondo agricolo a non sollevare obiezioni sulla fusione ma anzi, a spingere sul progetto con i suoi esponenti locali (Giorgio Polegato) e nazionali (Ettore Prandini). Levata di scudi, invece, da Cia e Confagricoltura, che si affiancano al “mal di pancia” di alcuni esponenti politici e di diversi dipendenti.
«poca trasparenza»
Lodovico Giustiniani è intervenuto con una lettera dai toni accesi. «La grande trasparenza con cui la Coldiretti si starebbe muovendo nel portare avanti questo processo di integrazione, di fatto, non c’è. Nelle opportune sedi istituzionali, infatti, non è mai stato presentato alcun piano industriale che andasse a illustrare le modalità di gestione di una eventuale nuova realtà: tutto quello a cui ci si è limitati è stata una rapida spiegazione del presidente Polegato - tenutasi in data 22 ottobre, durante una riunione del consiglio di amministrazione - relativa ad alcuni aspetti tecnici della possibile annessione, conclusasi con l’impegno dello stesso a entrare nei dettagli del progetto quanto prima, al fine di tutelare gli interessi del Consorzio. Da quel momento, il nulla». È passato esattamente un mese: la polemica sulla fusione è divampata sui mezzi di comunicazione e sui social, ma secondo quanto riferisce Giustiniani non in una sede istituzionale, lasciando nell’incertezza prima di tutto chi, nel Consorzio Agrario, ci lavora.
dipendenti in ansia
È proprio ai dipendenti che fa riferimento Giustiniani. Attenzione: non è in dubbio il loro posto di lavoro, nessuno ha mai sollevato questo scenario, ma in ogni caso l’incertezza sul destino del Consorzio non fa che creare disagio. «Tengo a ricordare al dottor Polegato che gli interessi del Consorzio, che lui dovrebbe perseguire in questa vicenda, sono quelli di tutti i soci, non quelli della Coldiretti» aggiunge Giustiniani. «Forse questa sovrapposizione di ruoli lo confonde, e questo diventa evidente se si pensa alla gestione successiva della vicenda: un argomento che è diventato per pochi, discusso all’interno di riunioni informali o in grandi appuntamenti associativi, dove si porta avanti un’operazione di grande impatto per il mondo agroindustriale della Marca senza coinvolgere né i consiglieri non in quota Coldiretti, né tantomeno i soci o i dipendenti. A questi ultimi va la mia vicinanza: sono a conoscenza del fatto che questo clima di incertezza crea in loro preoccupazione e disagio, non per il timore di perdere la loro occupazione – punto non in discussione – bensì per l’alea di mistero che avvolge le strategie future di un sistema che grazie al loro lavoro è diventata una delle eccellenze del nostro territorio».
l’appello
La dura presa di posizione di Giustiniani rimanda la palla nel campo di Coldiretti. Chiedendo a Polegato un incontro a stretto giro per discutere del famoso piano industriale. «La mia posizione, così come quella di tanti altri che hanno espresso i loro dubbi negli ultimi giorni, non è dettata da alcun ragionamento politico, né dalla volontà di bloccare a priori operazioni industriali: queste però devono essere serie» conclude Giustiniani. «Chiedo che si torni a parlare di cose concrete, e che lo si faccia nelle dovute sedi. Per questo invito il Presidente Polegato a rispondere ai miei numerosi inviti - a cui si aggiunge questa dichiarazione - e aprire ad un confronto veramente trasparente e dettagliato con tutte le parti sociali, economiche e istituzionali». —
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