Consorzio dello spaccio: tredici arresti

Tra gli elementi di spicco Marinel Aliaj, albanese residente a Vittorio. Provvedimenti restrittivi anche per Kuci e Sommella
Di Enri Lisetto

PORDENONE. Nessuna organizzazione vera e propria, bensì una sorta di “consorzio” dello spaccio. L’operazione Coki – dal soprannome del primo pizzicato con lo stupefacente pronto per essere ceduto a due acquirenti – aveva preso le mosse lo scorso ottobre, quando sotto osservazione era finito Moreno Coral, 47 anni, di Pordenone.

Poi era toccato a Edisnaid Ilijazi, albanese di 24 anni, domiciliato in città.

Il pubblico ministero Monica Carraturo, a quel punto, aveva deciso di unificare le indagini – corroborate da intercettazioni telefoniche e appostamenti con riprese video che dimostravano un intenso mercato di spaccio, soprattutto di marijuana e cocaina – e la squadra mobile della questura di Pordenone, col coordinamento del vicequestore aggiunto Massimo Olivotto, ha chiuso il cerchio “Coki” ieri all’alba, con l’esecuzione di tre misure di custodia cautelare in carcere, tre agli arresti domiciliari, e sei obblighi di dimora.

Due i “pesci grossi”. Uno è Bruno Caputo, pordenonese di 39 anni, prima gestore di un bar in via Revedole, poi di un “chioschetto” notturno di panini davanti alla fiera. Tra clienti veri a caccia di panini e bibite, arrivavano anche quelli che portavano o ritiravano cocaina e marijuana.

L’hanno prelevato a casa, in via Filzi, protetto da tre cani di razza rottweiler, «usati anche a scopo intimidatorio».

Per rabbonirli, ieri, la polizia è andata col cinovigile; pure a domicilio, secondo gli inquirenti, cedeva cocaina e marijuana, soprattutto a giovani. Dopo le formalità di rito in questura, è stato rinchiuso nel carcere di Pordenone.

L’altro “imprenditore” di grosso calibro è Marinel Aliaj, detto Nello, nato a Valona 28 anni fa, residente a Vittorio Veneto, definito di «ruolo apicale» nell’attività di spaccio. Amante di casinò e sale bingo, passava molto tempo a spendere soldi provento del traffico illecito, tanto da suscitare le ire della convivente e degli amici connazionali. Ora è nel carcere di Treviso.

Eugenio Rafael Eis Calheiros, 32enne nato a San Paolo di Brasile, da anni residente a Prata, è stato rinchiuso a Udine.

Si riforniva di droga a Padova, con Elisa Semenzato, 27enne di Pasiano, ai domiciliari; un paio di anni fa era uscito innocente da un processo per spaccio.

Agli arresti domiciliari V.M., pordenonese di 42 anni originario di Torre Annunziata, e Teodoro Sommella, 46 anni, originario di Napoli, residente a Vittorio Veneto.

Obbligo di dimora, oltre che per Coral e Iljazi, anche per Roberto Franchetti, pugliese di 31 anni, di Pordenone, Francesco Smiraglia, 46enne di Vigonovo, ed Emanuel Kuci detto Eli, albanese di 23 anni domiciliato a San Pietro di Feletto.

Aggravata questa misura, invece, per Aurel Haramija, albanese di 29 anni, di Fontanafredda: nel corso di una perquisizione domiciliare è saltata fuori una pistola semiautomatica Beretta con matricola abrasa ed è scattato l’arresto per detenzione di arma clandestina. E’ stato portato nel carcere di Pordenone.

Indagato un altro albanese, A.Z. ritenuto «figura molto importante» sulla quale sono in corso accertamenti.

Altri cinque giovani assuntori – di Pordenone, Porcia e Tamai – sono stati segnalati- alla procura. Le perquisizioni domiciliari sono state 22, tra Pordenone e Treviso, e sono satte fatte anche a Conegliano e Motta di Livenza.

Le indagini della polizia proseguono per stabilire le responsabilità di ognuno dei perquisit, anche se non sono state decise al momento altre misure restrittive.

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