Con l’Enpa è già cambiato tutto: un’adozione al giorno

PONZANO. Quasi un’adozione al giorno di media, ossia 53 cani che hanno trovato una nuova famiglia dal primo gennaio al 3 marzo. È il piccolo ma importante primato con cui si è aperta la gestione del Rifugio del Cane di Ponzano da parte dell’Enpa di Treviso, aggiudicataria del bando dopo trent’anni di guida da parte dell’Associazione trevigiana per la difesa del cane che, vistasi spodestata, ha presentato ricorso in tribunale. Tra i 53 quattrozampe che nel 2014 hanno lasciato la struttura ponzanese ci sono anche veri e propri veterani. Come Gabriele, uno spinone entrato in canile il 17 settembre 1999 e adottato dopo 5.259 giorni. Nel frattempo è diventato invalido e sulle zampe posteriori gli è stato montato un carrellino. O Brunilde e Brumilde, che a Ponzano hanno vissuto per quasi 14 anni. Complessivamente sono stati 41.801 i giorni trascorsi al Rifugio del Cane dalle 53 bestiole che da inizio 2014 hanno trovato casa. La loro permanenza è costata 82.160 euro, soldi a carico dei Comuni in cui era avvenuta al tempo la cattura. Questi alcuni dei dati snocciolati da Adriano De Stefano, presidente della sezione trevigiana dell’Enpa, che fa il punto sulla situazione del Rifugio in una sorta di “operazione trasparenza”, non senza polemiche. «Il 1° gennaio 2014, grazie alla determinazione del sindaco Granello, stimolato da tempo da cittadini e associazioni, è avvenuto lo storico crollo del “muro di Ponzano” e sono state spezzate le catene che legavano il monopolio del Rifugio dei Comuni delle Usl 8 e 9 alla stessa associazione da anni» chiarisce De Stefano. Al 31 dicembre, nella struttura c’erano 175 cani, di cui 158 a carico dei 55 Comuni convenzionati. «Molti, anzi troppi i cani entrati ancor giovani e invecchiati tra le mura, con poche speranze d’essere affidati», continua il presidente dell’Enpa parlando per il passato di una «discutibile politica di affidamento e di mancati controlli». Trentotto cani erano rinchiusi da più di 10 anni, 126 quelli entrati prima del 2010. «Si tratta di una triste scoperta che ci ha riempiti di amarezza e sconforto. Possibile che nessuno sapesse?». La piaga degli abbandoni, d’altro canto, non si arresta: da inizio anno sono già 15 i nuovi ospiti. La squadra dei volontari cerca rinforzi. E per chi non può tenere Fido a casa, c’è la possibilità dell’adozione a distanza. (ru.b.)
Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso