Compratori cinesi per la Nardi «L’affare si chiude in 40 giorni»

SERNAGLIA. «Stiamo trattando la cessione della società». L'annuncio, davanti a circa 120 lavoratori con il fiato sospeso, è arrivato pochi giorni fa da Marco Nardi, titolare della Nardi Srl di Sernaglia della Battaglia, storica azienda produttrice di elettrodomestici che da qualche anno naviga in acque assai agitate. Ci sarebbero i cinesi dietro l'annuncio di Nardi: un importante gruppo orientale pronto ad assumere la guida dell'azienda iniettando la liquidità necessaria a riprendere la produzione e ridare lavoro agli operai, dai prossimi giorni in cassa integrazione straordinaria a zero ore per un anno. Nardi ha annunciato ai lavoratori di essersi dato un mese e mezzo di tempo per chiudere la trattativa con i cinesi. Sulla sua società pende anche una procedura concorsuale, quindi in caso di mancato accordo con i nuovi soci si aprirebbe il concreto rischio di fallimento per la ditta di via Marconi.
In ogni caso, i lavoratori sono comunque tutelati almeno fino all'anno prossimo: «Tutte le procedure di cassa straordinaria durano un anno» spiega il sindacalista della Fiom Cgil Alessandro Da Rugna «in questo caso la richiesta è stata presentata nei giorni scorsi e non è stata ancora firmata in Provincia, ma lo sarà a stretto giro di posta, poi gli operai saranno coperti e pagati direttamente dall'Inps». Dopo aver lavorato a singhiozzo negli ultimi tre anni, la produzione si fermerà del tutto. Non è la prima volta che la Nardi viene associata a una trattativa con l'estero per il passaggio di testimone della società. Prima dei cinesi era stato il turno dei turchi della Beko, colosso degli elettrodomestici. C'erano stati diversi contatti e, secondo quanto raccontato dagli operai, anche alcune visite aziendali dei nuovi investitori, che però si sono defilati lasciando la Nardi con un pugno di mosche in mano. Stavolta, il nome dei possibili investitori cinesi è tenuto riservato. Le acque sono ovviamente molto agitate anche tra i lavoratori, in credito di somme importanti. Tra stipendi in ritardo e mancato pagamento del Tfr, ci sono ex lavoratori - che hanno rassegnato le dimissioni per giusta causa - in credito di oltre 20mila euro.
Chi ha lasciato la ditta è ricorso alle ingiunzioni di pagamento, gli altri si sono organizzati con scioperi e assemblee all'interno della fabbrica. L'ultima pagina della storia della Nardi sarà scritta quindi fra una cinquantina di giorni. La ditta, che ha uno stabilimento anche a Milano, era stata fondata nel 1958 dall'allora vice presidente del Milan, Gianni Nardi. Nel 2013 il cambio di denominazione da Nardi Elettrodomestici Spa a Nardi Srl, tramite l'affitto del ramo d'azienda. Poi la crisi sempre più profonda che sta sfociando in una clamorosa trattativa di cessione, che eviterebbe comunque il fallimento.
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