Treviso, la campagna con l’ai del Pd contro i rincari del Comune: aumenti fino a 1500 euro

Il Pd lancia una campagna social contro gli aumenti comunali mostrando casi-tipo di famiglie trevigiane: rincari su nidi, mense, parcheggi e scuolabus. L’amministrazione replica: «Non aumenti, ma adeguamenti Istat per salvare i servizi»

Federico De Wolanski
La campagna dem sui rincari
La campagna dem sui rincari

Il ritratto di tante famiglie quante possono essere le combinazioni di ricaduta dei rincari varati dall’amministrazione con la manovra deliberata il 18 novembre scorso. I volti sono finti, realizzati con l’intelligenza artificiale, «ma i casi sono veri» sottolineano i consiglieri del partito democratico che ieri hanno lanciato la battaglia social contro gli aumenti. «Non sono “ritocchi”, non sono “pochi euro” come ha detto tre giorni fa in conferenza stampa l’amministrazione» sottolinea il Pd, «abbiamo simulato l’effetto dei nuovi aumenti su diverse famiglie tipo che vivono a Treviso e usano i servizi comunali».

Ed ecco quindi i casi: la famiglia di Andrea e Rosella, quella di Chiara e Mehdi, quella di Riccardo e Valentina e via a seguire. Famiglie con figli al nido e alle elementari, nuclei con solo figli alle elementari, nuclei con lavori stabili o part time.

La campagna dem sui rincari
La campagna dem sui rincari

Ceto medio, certo, per il quale ogni aumento del costo della vita è un peso, soprattutto «in questi anni in cui il costo della vita è aumentato in ogni sua parte» come ha sottolineato lo stesso Comune di Treviso aprendo la conferenza stampa in cui chiariva le ragioni degli “adeguamenti” operati su parcheggi, rette degli asili, costo dei buoni pasto per le mense, abbonamenti allo scuolabus, tariffe cimiteriali, affitto delle palestre e pure pratiche dello sportello unico.

«Tutte le simulazioni sono state costruite usando le tariffe ufficiali approvate dalla giunta su nidi, mense, scuolabus, sport e parcheggi» spiegano dal Partito democratico che ha cercato di ipotizzare anche la vita di famiglie comuni, quindi con una casa fuori dal centro, un lavoro in città per almeno uno dei genitori.

La campagna dem sui rincari
La campagna dem sui rincari

«Nel vostro caso» insiste il Pd «quanto inciderebbero aumenti di questo tipo sul bilancio familiare?». Il conto secco per una delle famiglie tipo è netto: «990 euro in più per il nido, 288 euro per la mensa, 74 per lo scuolabus e 195 per l’abbonamento al parcheggio in centro». E senza contare un eventuale rincaro dell’iscrizione ad una società sportiva, qualora questa giri sulle iscrizioni il rincaro delle palestre.

«Quando il sindaco minimizza e parla di aumenti “contenuti” sta semplicemente prendendo in giro le famiglie che lavorano, portano i figli al nido e a scuola e si appoggiano ai servizi pubblici». A criticare i rincari era stata anche l’associazione delle famiglie, e con lei Cna, Confartigianato e Casartigiani che nel lamentare il «mancato confronto prima degli aumenti», «avevano sottolineato come una rivalutazione a rialzo di tutte le tariffe in un periodo come questo mette in crisi famiglie e imprese».

Dal canto suo l’amministrazione ha ribadito: «È scorretto parlare di aumenti, abbiamo fatto solo adeguamenti Istat – e in alcuni casi anche meno – dopo anni in cui le tariffe non sono mai state toccare creando anche sperequazioni. Abbiamo agito per tutelare i servizi alla collettività che altrimenti avremmo dovuto tagliare, e per salvare il bilancio». —

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso