Collisione in mare Zanatta trattenuto in Croazia
L'imprenditore di Montebelluna sarà interrogato martedì. Il ministero accusa: gravi violazioni delle regole di navigazione
MONTEBELLUNA. «La tragica collisione di Ferragosto, a 6 miglia da Unie, è stata provocata da una grave disattenzione e dalla violazione delle regole per evitare gli impatti in mare»: è quanto contenuto nel breve comunicato diffuso ieri pomeriggio dal Ministero del Mare, Turismo e Trasporti relativo al sinistro marittimo del 15 agosto, in cui a perdere la vita nello scontro tra un motoscafo di una famiglia montebellunese e una barca a vela olandese è stata la rovignese 37enne Manuela Viskovic. Nel comunicato, che si riallaccia ai primi risultati del lavoro compiuto da una speciale commissione istituita dal Ministro del Mare, Bozidar Kalmeta, non si specifica però a chi viene attribuita la responsabilità del tragico scontro. Comunque sia, si afferma che non si è trattato di fatalità, ma di errore umano. Spetta alla commissione stabilire di chi è la responsabilità dell’episodio. A bordo del motoscafo italiano c’era Ivo Zanatta, l’imprenditore 37enne; con lui c’erano la moglie 36enne Daria Poloni, i due figli, di sei anni uno, di pochi mesi l’altro, e la baby sitter. Sono rientrati tutti a Montebelluna ad eccezione di Ivo Zanatta. L’imprenditore montebellunese è ancora in Croazia, a Lussinpiccolo, a disposizione della polizia e della capitaneria di porto, e non potrà tornare a casa prima di martedì, quando l’autorità giudiziaria di Rijeka dovrebbe avere in mano la completa ricostruzione della dinamica dell’incidente. A Montebelluna la moglie e i due figli sono stati riportati da Giuliano Zanatta, il papà di Ivo. Adesso con Ivo c’è il cognato, domani lo raggiungerà invece il padre. Ivo Zanatta non parla, contattato al telefonino spiega che l’avvocato gli ha consigliato di non dire niente finchè non sarà conclusa l’inchiesta giudiziaria. «Il giudice di Fiume doveva arrivare oggi (ieri) - spiega il papà Giuliano Zanatta - invece non è arrivato e tutto è stato rinviato a martedì e fino a quel giorno mio figlio dovrà rimanere lì». E’ una famiglia conosciutissima quella degli Zanatta, imprenditori calzaturieri: Giuliano Zanatta, in pensione da pochi mesi, è stato il fondatore della Jolly Scarpe e della Oxtar, due aziende cedute poco più di un anno fa al gruppo milanese Axia, all’interno delle quali, col 30% delle azioni, è rimasto però il figlio Ivo. E poi ha due grandi passioni: il cicloturismo, tanto che è presidente onorario del Gs Colle Jolly Sport, e il mare. Quest’ultima passione la condivide col figlio e la Croazia è sempre stata la loro meta preferita. Tutti e due hanno la patente nautica, sia la «entro» che la «oltre» che consente di andare al di fuori delle 20 miglia marine. Da 7-8 anni passano le vacanze in barca e il 17 metri «Emi’s light» coinvolto nel tragico incidente ce l’hanno da un anno e mezzo in leasing. A raccontare cosa è accaduto provvede Giuliano Zanatta, che è corso in Croazia appena ha ricevuto la telefonata del figlio. «L’incidente è avvenuto a 6-7 miglia dalla costa - racconta Giuliano Zanatta - mio figlio andava piano, a bordo aveva i due figli, la moglie stava prendendo il sole. Ad un certo punto si è trovato davanti questa piccola barca, di 7-8 metri, a vela e a motore. Ivo mi ha detto che l’olandese che c’era nella barca stava avvolgendo la vela perchè il mare era piatto e quindi andavano a motore. L’altro ha anche detto prima che la donna deceduta era al timone e poi invece ha affermato che stava dormendo. Ho letto della versione che stava tirando su l’ancora, ma è poco credibile in quel tratto di mare così profondo. Ivo mi ha detto di aver visto la barca virare a destra e lui si stava spostando dalla parte opposta, poi invece ha virato a sinistra e se l’è trovata davanti. Ha cercato di frenare, di virare, ha fatto di tutto per evitare la piccola imbarcazione, ma se l’è trovata davanti di traverso e non c’è stato nulla da fare per evitare l’impatto». La donna poi è stata recuperata dall’olandese e da Ivo Zanatta, hanno cercato di rianimarla e messa sul tender dello yacht, trainato poi verso riva dopo aver lanciato l’allarme. «Forse non c’era ugualmente nulla da fare, ma i soccorsi hanno impiegato molto tempo - prosegue Giuliano Zanatta - Avevano detto che mandavano l’elicottero, ma non è mai arrivato. Mentre stavano rientrando in porto trainando il tender dove era stata adagiata la sfortunata donna hanno incrociato l’imbarcazione di soccorso, era già passata un’ora e mezza dall’incidente, a bordo c’era anche una dottoressa che non ha potuto far altro che constatare il decesso della donna». Sia il motoscafo degli Zanatta, che i resti della piccola barca olandese squarciata, sono sotto sequestro a disposizione dell’autorità giudiziaria croata.
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