Colletta degli amici per darle sepoltura

CIMADOLMO. Gara di solidarietà a San Michele di Piave: associazioni di volontariato e privati hanno dato una degna sepoltura a Natalina Barbazza, 65enne deceduta improvvisamente oltre un anno fa. La donna viveva a stento della sua pensione, nessun parente si fece avanti per l’organizzazione dei funerali ai quali aveva quindi provveduto l’ente comunale. «Il Comune aveva fatto celebrare i funerali e aveva curato la sepoltura a terra, sulla quale era stata posta una semplice croce di legno con una fotografia», spiega Luisa Mazzariol, che ha coordinato la raccolta fondi. «Natalina ha avuto una vita molto difficile. Non la conoscevo benissimo, ma ogni tanto ci incontravamo e io andavo anche a casa sua a vedere come stava. L’anno scorso in un mese e mezzo un tumore al cervello se l’è portata via, ma lei non si era mai lamentata, anzi non diceva niente a nessuno perché, per mentalità, non voleva chiedere aiuto e pesare su nessuno».
Natalina era nata in un paese della Marca e si era trasferita a San Michele con la famiglia all’età di 5 anni. Per tutta la vita aveva lavorato in una fabbrica di sedie in vimini e si era sposata con Erminio, rimanendo prematuramente vedova e senza figli. «Ha avuto una vita molto dura ma non si è mai lamentata», continua Luisa, «Quando è morta, e nessuno dei famigliari ha provveduto al funerale, ho pensato che era giusto che la comunità facesse qualcosa ed è partita la raccolta fondi. Devo ringraziare i donatori privati di San Michele, ma anche le varie associazioni che hanno dato il loro contributo a partire dalla Black Sheep, da sempre sensibile alle cause sociali, alla Voluntas, al gruppo Alpini di Cimadolmo e alla Pro loco Cimadolmo. A questi ringraziamenti si aggiungono quelli per il Comune, che ha sostenuto l’iniziativa, e per la ditta Giovanni Moras che ha realizzato la lapide ad un costo molto contenuto per venirci incontro».
E la solidarietà continua. «So che ci sono molte signore che portanno fiori freschi alla tomba di Natalina», conclude Luisa, « altre persone fanno dire le messe in suo suffragio. Ho ricevuto in questi ultimi giorni altre donazioni che saranno utilizzate proprio per pagare altre messe in futuro in suo suffragio». In un mondo sempre più orientato all’individualismo e all’egoismo, l’esempio della piccola comunità di San Michele di Piave offre un bell’esempio di fratellanza e di solidarietà.
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