Coin, i saldi allontanano il trasloco «È la rivincita del centro storico»

Il presidente Giorgio Rossi: «Boom di vendite grazie alla bellezza di Treviso. Trattiamo per non lasciare la sede attuale»



Le insegne di Coin potrebbero non lasciare Corso del Popolo. Il “divorzio” dalla sede attuale dello storico marchio del commercio sembrava cosa fatta tre mesi fa, oggi è un po’ più distante. Si tratta a oltranza con i proprietari dello stabile (l’immobiliare trevigiana Sait) per una riduzione dell’affitto, e l’impressione è che la stretta di mano arriverà entro primavera, quando scadrà il contratto di locazione. Ma il merito, a sentire il presidente di Coin srl Giorgio Rossi, è anche della città che si è rifatta il trucco, dando nuovo vigore al centro (soprattutto nel periodo natalizio) e favorendo un rialzo delle vendite di circa il 13 per cento rispetto all’anno scorso. Insomma, «una grande rivincita del centro di Treviso» secondo le parole di Rossi, e per questo Coin si guarderà bene dal lasciare il centro storico del capoluogo.

boom dei saldi

Nato a Treviso 64 anni fa, Giorgio Rossi ha assunto la guida del gruppo Coin a novembre dell’anno scorso. Si appresta a chiudere il bilancio, al 31 gennaio 2019, con un sostanziale pareggio rispetto al 2017, e in tempi di crisi feroce del commercio (e in particolare del comparto abbigliamento) è un risultato inaspettato. Merito anche delle ultime settimane di vendite, spinte dai saldi: «È andata molto bene, avevamo delle aspettative positive e sono state confermate. Siamo a un 13 per cento in più, per quanto riguarda il periodo dei saldi, rispetto all’anno scorso. Le previsioni sono positive anche per tutta febbraio e per marzo». La rivincita del negozio tradizionale sul web? «L’e-commerce continua a recitare la parte del leone, ma non ha penalizzato le vendite nel negozio fisso. Stiamo rilevando che i clienti preferiscono i capispalla e i capi più impegnativi, perché sono quelli più convenienti durante i saldi. La questione è anche di carattere emotivo: le persone vanno in negozio, trovano il personale di vendita che consiglia, e anche se si tratta di un acquisto più “coraggioso”, sono più invogliati a comprare rispetto ad altri periodi dell’anno in cui non ci sono sconti». Anche l’andamento climatico ha avuto il suo peso: se i primi mesi del 2018 hanno penalizzato le vendite di tutti i marchi del tessile, nelle ultime settimane le temperature rigide - accompagnate agli sconti - hanno convinto molti a mettere finalmente mano al portafoglio. Punto di vista che mette d’accordo sia Coin che gli altri attori del centro storico: a differenza degli scorsi anni, stavolta è quasi unanime la soddisfazione per gli acquisti nei primi giorni di saldi in centro storico.

il futuro della sede

«È la grande rivincita del centro di Treviso» continua Rossi, «a Natale abbiamo visto un risveglio notevole della città, con l’albero in Piazza dei Signori, gli eventi, gli addobbi sul Sile. Quando sono tornato in città sono rimasto meravigliosamente stupito da come si presentava Treviso. Tutto è stato curato alla perfezione, il contesto ha favorito l’arrivo di clienti e turisti. Una manovra vincente che ha aiutato moltissimo il commercio, e ha stimolato tutti gli operatori». Normale a questo punto chiedere se sia ancora sul tavolo l’ipotesi di cercare una nuova sede, lasciando Corso del Popolo: «Ci siamo dati una scadenza, la primavera, per decidere cosa fare. Abbiamo chiesto l’adeguamento dell’affitto e ci sono trattative in corso con la proprietà. Ci auguriamo di trovare una soluzione positiva, se c’è la buona volontà - e da parte nostra c’è sicuramente - si può trovare un accordo». Eppure Coin si era già guardata intorno. L’ex cinema Edison, Ca’ Spineda, il palazzo della Camera di Commercio in Piazza Borsa erano state le sedi visitate dai rappresentanti di Coin in autunno in ottica trasloco. Poi effettivamente il risiko immobiliare non è partito. Oggi quanto sono distanti Coin e i proprietari dei tre piani di Corso del Popolo? «È prematuro dirlo, in città si sono aperte tante opportunità di immobili importanti e di grande cubatura, che potrebbero essere valide alternative. Ma possiamo dire che ci stiamo avvicinando». Passati i saldi continuerà il clima di euforia che ha risvegliato la città a Natale? Più difficile fare una previsione: «Sicuramente il contesto nazionale incide. Ho letto in questi giorni dati non rassicurante sulla produzione industriale, che però riguardano soprattutto il settore automobilistico. I problemi poi sono diversi, dalla Tav ai lavori pubblici, fino all’occupazione. Sono temi che interessano da vicino il consumatore, perché le persone vivono e percepiscono il clima che si respira, basta accendere la televisione o leggere un giornale. Non è un periodo facile da questo punto di vista, ma dopo l’accordo con Bruxelles sulla manovra economica del governo le prospettive sono diverse».



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