Coi soldi falsi alla festa della birra: presi

Cavaso, in manette immobiliarista e camionista 40enni. Spacciavano denaro contraffatto: sequestrati duemila euro
Di Enzo Favero

CAVASO DEL TOMBA. Uno lo hanno pizzicato mentre se ne stava seduto al tavolo a bersi una birra, l'altro, che evidentemente aveva notato l'arrivo dei carabinieri e si era allontanato, lo hanno trovato seduto nel bar di fronte alla sagra della birra di Cavaso. Tutti e due in manette per spendita di banconote false. E ieri, dopo la convalida dell'arresto da parte del magistrato, tutti e due a casa con obbligo di firma. Si tratta di Enrico Polito, 41 anni, residente a Silea, e Rudy Michielan, 40 anni, di Preganziol, tutti e due con precedenti, il primo, dopo il lavoro di pr in una discoteca, adesso fa l'immobiliarista, l'altro è un camionista. Erano ben organizzati e forniti di un consistente pacchetto di banconote false da 50 e da 20 euro. Contraffatte bene, solo un tatto esperto le poteva individuare, o l'occhio altrettanto esperto per i numeri di serie più marcati. Avevano scelto la sagra della birra di Cavaso sabato notte per spacciare un po' delle loro banconote false: nella ressa sarebbe stato più facile pagare una birra con 50 euro falsi e farsi dare il resto in moneta autentica specie se ordinazioni e pagamento avvenivano al tavolo a una cameriera improvvisata. Solo che una di queste banconote è finita in mano a uno che se ne intende e che ha chiamato i carabinieri. La pattuglia del nucleo operativo radiomobile della compagnia carabinieri di Montebelluna è arrivata in breve a Cavaso e nella ressa ha fatto presto a individuare e bloccare Enrico Polito che se ne stava seduto ad un tavolo a bere una birra. Il secondo lo hanno pizzicato nel bar di fronte, al Filanda, dove aveva ripetuto lo stesso giochetto che aveva fatto alla sagra, ordinando una bevanda e pagandola con 20 euro falsi. Li hanno subito perquisiti: in una tasca aveva 400 euro in banconote autentiche, nell'altra 200 euro in banconote false. Stessa operazione con Michielan: lui le aveva divise in due scomparti del taccuino: 300 euro in banconote false in uno scomparto, 300 euro di banconote vere nell'altro. Le tenevano opportunamente divise per evitare di pagare con soldi veri. Poi hanno perquisito l’auto: sotto il tappetino c'erano 1000 euro in banconote da 50 e da 20 false. Tutto sequestrato naturalmente, soldi veri e soldi falsi.

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