Codognotto piace agli svedesi Ikea approva la svolta green

Flotta alimentata a gas nei prossimi cinque anni grazie a un investimento da due milioni di euro «Diciamo grazie alla crisi, ci ha costretto a cambiare». Nell’ultimo triennio ricavi da 127 a 161 milioni
Di Daniele Ferrazza

SALGAREDA. La soddisfazione più grande, forse, giunge dal loro migliore cliente: Ikea, la multinazionale svedese con sede in Svizzera, che nei prossimi giorni consegnerà loro il riconoscimento di fornitore più innovativo ed ecocompatibile, prima azienda della logistica ad essere riconosciuta tale. Maurizio Codognotto, amministratore delegato dell’omonimo gruppo di trasporti e logistica, è appena tornato da Dubai dove sempre per Ikea sta per mettere in piedi una nuova piattaforma per il mercato del Medio oriente. «Per lavorare con loro bisogna garantire una serie di requisiti molto rigorosi per l’ambiente – spiega Codognotto, che nella gestione del gruppo affianca i fratelli Gianfranco, Flavio, Giorgio e Roberto –. E noi abbiamo deciso di farlo». Da sola, Ikea garantisce un portafoglio commesse da trenta milioni di euro l’anno. E il secondo cliente è Electrolux, altra multinazionale con base in Svezia.

Non può essere casuale se, nel triangolo tra le province di Treviso, Venezia e Pordenone esista il più grande serbatoio di fornitori Ikea dopo la Cina: Media profili a Mansuè, 3B di Salgareda e Friulintagli di Villanova di Prata garantiscono circa un terzo dei mobili e degli scaffali in vendita nella catena svedese.

La svolta nel 2010: «Fino ad allora eravamo praticamente un’impresa di trasporti tradizionali – aggiunge Codognotto –. Nel pieno della crisi eravamo al massimo degli investimenti: cambiare è stata una necessità. Ora siamo presenti in tutta Europa con nove piattaforme, presto saremo in Medioriente, in Italia gestiamo 5 magazzini. A Londra abbiamo appena aperto una piattaforma. E abbiamo deciso di rinnovare completamente in senso ecologico la nostra flotta».

Nel prossimo triennio 150 motrici - su un totale complessivo di seicento – saranno alimentate a gas con un abbattimento di Co2 pari al 95 per cento, l’età media dei mezzi sarà ridotta a tre anni, la intermodalità sempre più diffusa. I ricavi, sempre in crescita anche grazie alle acquisizioni di Transfer di San Donà (nel 1999), della Coan di Vittorio Veneto (nel 2001), della Itk Zardini di Pordenone (nel 2010) sono passati dai 127 milioni nel 2013 ai 141 nel 2014 sino ai 161 del dicembre scorso. Crescita a doppia cifra nonostante la crisi, insomma. E l’obiettivo è raggiungere presto i 200 milioni per consolidare la posizione tra i primi 15 players della logistica in Italia.

Attualmente, la flotta Codognotto - che ha recentemente cambiato lo storico marchio in uno più stilizzato – conta 1500 semirimorchi, 600 motrici e circa novecento tra autisti e amministrativi. «In un certo senso la crisi ci ha salvati – ammette Codognotto – ci ha costretto a cambiare e ci ha convinto che l’Italia è solo uno dei molti paesi dove possiamo prestare i nostri servizi».

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