Cocaina per i vip, sniffava anche la micia

Mille euro di cocaina prima di andare a un parti con gli amici, ventenni o poco più. O addirittura cinquanta grammi acquistati in una sola volta per «rallegrare» la serata mondana del jet set della moda trevigiana e non solo.
Cocaina per ricchi, non per tutti, spolverata sui vassoi d'argento della case della vera «Treviso bene», ma anche nelle stanze più appartate dei locali trendy della Marca.
A gestire il giro un colombiano di 39 anni, Antonio Josè Franco Diaz, con uno stipendio da operaio base, ma capace, grazie alle sue ottime entrature, di permettersi due auto, una casa di proprietà, moto, camper per andare in vacanza con moglie e figli.
Nella sua rubrica telefonica la bellezza di trecento nomi, molti dei quali pesano - parecchio - nel carnet delle facce note trevigiane. Nomi di uomini e donne che farebbero impazzire i rotocalchi di gossip. Imprenditori, avvocati, ricconi e belle donne che a quanto pare avevano l'abitudine di rifornirsi dal colombiano con matematica frequenza.
Più delle macchine, dei tacchi alti, dei vestiti firmati e dei vip coinvolti, ad aver regalato un singolare siparietto in tutta questa operazione antidroga è stata la gatta di Diaz.
Quella che nel pieno della perquisizione che ha permesso di rinvenire 250 grammi di cocaina e oltre 6000 euro in contanti, incurante degli agenti e della confusione si è fermata e leccare il piatto dove era stata depositata fino a prima la cocaina. Si è avvicinata con tranquillità e, dopo aver annusato il piano ancora sporco di droga, ha iniziato a leccarlo. Che l’avessero abituata così? Difficile a dirsi anche perchè pare che l’uomo tenesse i suoi affari ben lontani dall’ambito familiare. Difficile credere, comunque, che nessuno sapesse come arrotondava il suo stipendio da operaio visto il tenore di vita e gli arredi di casa.
Gli agenti della squadra narcotici della mobile della questura di Treviso, che hanno chiuso il mercato dopo settimane di pedinamenti e controlli, hanno registrato scambi e consegne davanti a molti locali del centro storico di Treviso. Era lì che il colombiano dava appuntamento ai suoi acquirenti facoltosi che si presentavano di rado a piedi, molto più spesso a bordo di fiammanti auto di lusso, come la Ferrari che la mobile ha visto arrivare all'appuntamento e dileguarsi dopo aver fatto salire e scendere il 39enne.
La sua forza erano l'affidabilità delle consegne e della merce – cocaina di ottima qualità – ma soprattutto una fedina penale pulitissima, che garantiva ai vip che entravano in affari con lui la serenità di non mettersi in cattive acque. Diaz infatti era immigrato regolare, con lavoro stabile e nemmeno una multa in sospeso. Una faccia pulita, oltrettutto, come pulito era il suo modo di fare affari.
L'arresto è scattato il 10 luglio, ma è stato tenuto sotto massimo silenzio per ragioni investigatove. Gli agenti della mobile hanno agito poco prima che Diaz effettuasse una consegna dopo intercettazioni telefoniche, verifiche, controlli e dopo l'imbeccata di conferma data da alcuni degli acquirenti fermati quando ormai era certo che a Treviso qualcuno alimentasse un riservatissimo giro di cocaina da migliaia di euro.
Uno dei blitz che hanno poi indirizzato gli agenti è avvenuto nel pieno di una festina a base di cocaina. Ed è lì che gli agenti hanno verificato la fondatezza di un allarme circolato mesi or sono: il ritorno del crack, cocaina mescolata ad ammoniaca, cotta e poi fumata.
Nell'abitazione del colombiano, residente a Fontane, gli agenti hanno trovato seimila euro in contanti e 250 grammi di cocaina pronta alla vendita. Tanto, ma a detta degli investigatori solo una piccola parte di quanto lo straniero poteva riuscire a piazzare anche nell'arco di un solo fine settimana.
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