Cocaina dal Sudamerica, oggi l’interrogatorio di Caratozzolo

Si trova rinchiuso nel carcere di Milano, Paolo Infantino, 31 anni, originario di Gioia Tauro, l’ex gestore del Tocai, il locale di piazzetta Lombardi, accusato di aver fatto parte di un’organizzazion...

Si trova rinchiuso nel carcere di Milano, Paolo Infantino, 31 anni, originario di Gioia Tauro, l’ex gestore del Tocai, il locale di piazzetta Lombardi, accusato di aver fatto parte di un’organizzazione, capeggiata da un imprenditore romagnolo, che aveva tentato, nel 2014, di importare dal Sud America un carico di cocaina da 60 chilogrammi nascosta in un container tra i prodotti ittici congelati. L’altro calabrese, coinvolto nell’inchiesta della Guardia di Finanza di Bologna, Santi Caratozzolo, 47 anni di Villorba, si trova invece dietro le sbarre di una cella del carcere di Santa Bona. Entrambi sono finiti in carcere su ordine di custodia cautelare emesso dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Bologna, Domenico Panza. Pesanti le motivazioni del gip: «I profili di allarmante pericolosità sociale, connessi ai loro collegamenti con narcotrafficanti sudamericani e con la criminalità organizzata calabrese inducono ad escludere l'applicabilità di altre misure, come gli arresti domiciliari, seppur con il braccialetto elettronico, in quanto non potrebbero recidere quei contatti, anche con mezzi telematici difficilmente individuabili e tracciabili, di cui, peraltro, in particolare

Infantino, ha dimostrato di ricorrere con particolare abilità».

Nel frattempo, nella mattinata di oggi è previsto l’interrogatorio di garanzia di alcuni degli indagati. Tra questi anche quello di Caratozzolo che è difeso dall’avvocato Piergiuseppe Cutrì. «Attendo di leggere gli atti», spiega il legale di Caratozzolo, «per eventualmente controbattere alle accuse. Ritengo che, a distanza di due anni dai fatti contestati, siano venute meno le esigenze cautelari». (m.fil.)

Riproduzione riservata © Tribuna di Treviso