Coca, il vip è un imprenditore e politico

Aveva conosciuto Ilir Leba nel febbraio scorso in un locale della Fonderia. Gliel’aveva presentato un amico e subito gli era stato fatto intendere che il ventottenne albanese era in grado di procurargli cocaina. Di ottima qualità. Lui, rapante politico trevigiano, sotto i quarant’anni, imprenditore, col vizietto della coca, non s’era fatto sfuggire l’occasione. Leba, gli era stato assicurato, era uno spacciatore riservato e, soprattutto, molto attento. Un motivo valido per rivolgersi a lui per rifornirsi di cocaina.

Emergono nuovi particolari della vicenda che riguarda il politico trevigiano, segnalato alla Prefettura come consumatore di cocaina. Dopo un iniziale reticenza, l’uomo ha ammesso di essere un consumatore di sostenza stupefacenti e di aver conosciuto l’albanese, arrestato nei giorni scorsi su ordine di custodia cautelare in carcere, nel febbraio scorso, in un locale della Fonderia. Il politico s’è rifornito di polvere bianca da Leba complessivamente una decina di volte, tra febbraio e dicembre, ordinando tra i due ed i tre grammi alla volta. La droga veniva pagata in contanti al prezzo di 100 euro al grammo.

Ma sono molti i particolari curiosi emersi nell’indagine degli uomini della squadra mobile di Treviso. Leba aveva un pacchetto clienti di qualche decina tra professionisti e imprenditori. Una ventina sono stati segnalati alla Prefettura come consumatori e la polizia segnalerà i liberi professionisti ai rispettivi ordini professionali. Tra i clienti c’erano avvocati, architetti, dentisti e imprenditori.

Un imprenditore, in particolare, era disposto a pagare fino a 5.000 euro di cocaina al mese. Cosa ne faceva? Spesso, ne faceva uso di gruppo durante i festini. Stando alla sua deposizione, l’imprenditore avrebbe speso in cocaina oltre trecentomila euro. Cifre record che solo una selezionata e facoltosa clientela, come quella dello spacciatore albanese, poteva permettersi. Solo un paio di giovani e avvenenti donne, una delle quali ballerina di lap-dance, non potevano permettersi la droga e ripagavano lo spacciatore albanese con prestazioni sessuali.

Nell’inchiesta, partita dall’arresto di un agente pubblicitario trevigiano, Simone Cadamuro, è stato coinvolto anche un altro imprenditore trevigiano, accusato di favoreggiamento per aver procurato a Ilir Leba macchine a noleggio e telefonini con schede Sim a lui intestate.

Leba si trova rinchiuso nel carcere di Santa Bona e deve rispondere dell’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti. Nel corso della perquisizione nella sua abitazione non è stato trovato un grammo di droga. Ma le deposizioni sottoscritte da una ventina di suoi clienti sembrano incastrarlo.